Scheda

Juk Giuseppe



Didascalia:

Juk Giuseppe. Archivio di Stato di Perugia, fondo "internati".

Famigliari compresenti: /
Coniugato/a con: /
In Italia a: Trieste
In Italia da: Villa Slavina (Jugoslavia)
Percorso di internamento: C. di c. di Colfiorito (PG) dal 22 agosto '40 fino a gennaio '41. Dal 14 gennaio '41 Ariano Irpino (Avellino). Sant'Angelo in Vado (PS) dal 15/10/'42 a sett./ott. '43; Macerata Feltria (PS) da ottobre '43 a data imprecisata.
Ultima località o campo rinvenuti: Macerata Feltria (PS)
Deportato: no
Ucciso in Italia: no
Dopo la fuga e/o la liberazione a: /
Fonti:

A1; A2; EMF; ASCSAINV; Car; ASPG-2; ASPG-2; CPC; Bad.


Presente fasc. in ASP: no
Profilo biografico:

Presso l’Archivio di Stato di Pesaro su di lui non c'è fascicolo e le fonti non sempre concordano sui periodi di permanenza nei comuni di internamento.

Proviene da Rachiteni di Villa Slavina, Slovenia, dove lavorava come bracciante. La Prefettura di Trieste in una comunicazione del 7 agosto ’40 lo definisce “comunista schedato, già confinato nel 1933”. Le note conservate nel fondo del Casellario politico centrale sottolieano il suo irriducibile antifascismo che si esprime in ogni occasione.

Su pressione della prefettura di Trieste viene internato nel campo di concentramento di Colfiorito (PG) dove giunge con traduzione straordinaria il 22 agosto '40. Presso l'Archivio di Stato di Perugia esiste un fascicolo che lo riguarda sia nella serie "Internati" che in quella specifica di Colfiorito.

Per le misere condizioni economiche di Juk e la mancanza di indumenti, si fanno indagini sulla famiglia per vedere se può sostenerlo finanziariamente, ma alla fine le autorità centrali devono provvedere: la scuola tecnica di polizia di Roma invierà ai CC.RR di Colfiorito, affinché li consegnino al richiedente, un vestito, un paio di scarpe, due camicie e due mutande.

La diffida che gli internati di Colfiorito devono firmare prevede fra l'altro tre firme di presenza al giorno; non ci si può allontanare dal perimetro senza preventiva autorizzazione della direzione e tanto meno ci si può allontanare dall'abitato, salvo autorizzazione ministeriale.   

Nel mese di ottobre l'internato fa richiedere tramite la prefettura di Trieste la documentazione della malattia polmonare per la quale fu curato nel '38. Forse per tale condizione lascia il campo di concentramento: il 14 gennaio 1941 viene trasferito ad Ariano Irpino (Avellino) e si specifica che ha goduto del sussidio previsto per gli indigenti.

Non conosciamo la durata della permanenza ad Ariano Irpino.

L'anno seguente lo troviamo in internamento nel pesarese, per la precisione a Sant'Angelo in Vado dove Juk riceve il sussidio statale dal 15 ottobre '42 fino a ottobre dell’anno seguente. In realtà il 29 settembre ‘43 il Questore di Pesaro chiede al podestà di Macerata Feltria (PS) di regolarizzare le dichiarazioni di soggiorno di cinque stranieri, fra cui Juk, G. Jellineck, A. Schuschny, F. Majaron e L.Scharzfberg, dunque si ritiene che fosse già stato deciso il suo trasferimento in quest’ultimo comune. Non sappiamo fino a quando vi resti.

Una discrepanza si registra tra due fonti. In Arolsen Archives a  maggio '43 Juk risulta internato a Sant'Angelo in Vado, mentre in A1 si scrive, forse per banale errore, che a questa data è a Sant'Angelo in Lizzola (PS).