Internati non ebrei in Provincia di Pesaro

 

Nella pagina Confino e internamento in epoca fascista abbiamo delineato il contesto politico che dispose la segregazione degli oppositori al Regime e il quadro normativo che la disciplinava. Qui presentiamo succintamente i profili personali degli antifascisti e dei cittadini appartenenti a “nazione nemica”, destinati durante il periodo bellico alla Provincia di Pesaro per condividere di fatto l’internamento con ebrei internati per ragioni “razziali”. Come risulta dalla documentazione reperita, accadeva che solidarizzassero tra loro, rendendo meno stringente l’isolamento cui Mussolini intendeva condannarli. Senza contare che la vicinanza costituiva senza dubbio un punto di debolezza per l’apparato repressivo, essendo inevitabile che gli internati facessero corpo comune contro chi li teneva segregati.

Dopo l’occupazione dell’Albania da parte italiana nell’aprile ’39, diversi cittadini albanesi vengono deportati in Italia a partire dall’anno seguente. Una quarantina di questi viene internata in comuni della provincia di Pesaro, come si può vedere in Con foglio di via, citato nelle fonti pubblicate. Un’immagine del gruppo di albanesi presenti a Pennabilli nel 1940-’41, fra cui un pope, è pubblicata nella sezione Fotografie e Disegni.

Agli internati di nazionalità inglese nella primavera del ’42 viene proposto dalle autorità l’espatrio nel “Vicino Oriente”, Egitto o Palestina, ma nelle fattispecie che abbiamo esaminato il passaggio non si realizza.

Nel gennaio ’44 scatta l’ordine di arresto di tutti gli internati “connazionali e stranieri” idonei al lavoro. Saranno portati nelle carceri più prossime in attesa di destinazione. Gli ebrei erano stati coinvolti per primi nella misura, con l’ordine di polizia di Buffarini Guidi del 30 novembre ’43. In provincia di Pesaro per i non ebrei la misura è diramata dal questore Rossi che si rivolge a stazioni dei carabinieri e podestà dei comuni. Riscontriamo in effetti nei mesi di febbraio, marzo ’44 e seguenti, incarcerazioni, fughe e in qualche caso il rilascio dell’arrestato per ragioni di età o salute. (Archivi dei comuni di Sant’Agata Feltria e Apecchio dove si invita nello specifico ad arrestare Hugh Dixson, inglese).

Tra i documenti si allega copia dell’ordine d’arresto datato 21 gennaio 1944 (Archivio storico comune Sant’Agata Feltria, circolari “Internati”, collocazione 1942, cat. 15-8, Atti 1943).

Un caso particolare è quello degli abitanti di Podhum (Pothum), villaggio jugoslavo a nord di Fiume, vittima di una strage di civili nel luglio ’42. Di lì 34 persone furono deportate in Italia e internate a Mondavio ( si veda l’approfondimento in Regione Marche-Campi e comuni transitati).

 I dati sono ricavati anche dagli archivi comunali, alcuni notevolmente ricchi, in particolare quelli di Urbania, Mercatino Conca, Sant’Angelo in Vado, Sassocorvaro, Apecchio e Macerata Feltria. Notizie precise anche a Sant’Ippolito. Le altre fonti vengono citate secondo i codici utilizzati nel sito, come segue:

  • Casellario Politico Centrale (CPC);

  • Elenco degli internati alla data del 5 maggio 1943, predisposto dal Ministero dell’Interno per la Croce Rossa Internazionale (A1);

  • Lista degli stranieri internati in provincia di Pesaro, ACS, A4 Bis, f. 80, Pesaro (A2)
  • Biblioteca Bobbato di Pesaro (BibB);

  • Pubblicazioni quali: di S. Carolini, Pericolosi nelle contingenze belliche, (Car); di M. Minardi, Invisibili, (Invis); di L. Maggioli e A. Mazzoni, Con foglio di via (LM/AM) e Il ponte sette luci (M/M).

E’ auspicabile che i frequentatori del sito possano integrare con ulteriori segnalazioni i profili biografici che seguono, così come avviene per gli internati ebrei.

Lista degli antifascisti e degli appartenenti a “nazione nemica” internati nel territorio di Pesaro

  1. Albertazzi Leo. Internato a Sant’Angelo in Vado, dove è presente nel maggio ’43, non sussidiato. (A1).
  2. Albornò Angela, di Giacomo e Geroloma Martini, nata a San Remo il 19/04/1897, nazionalità francese, internata a S. Ippolito con la figlia Lina Albornò in Vattiez, di Leone, nata a S. Quintin il 9/09/1920. Entrambe francesi, sono domiciliate abitualmente a S. Quintin. Il cognome compare tra quelli degli internati a Sant’Ippolito a partire da marzo ’43 assieme a Wattiez (Vattiez). Entrambe sono sussidiate mensilmente. Vengono trattenute come internate fino alla liberazione del territorio nel settembre ‘44. Fonti: ASCSIPP; A1; A2.
  3. Albornò Lina in Vattiez, si veda Albornò Angela.
  4. Amodio Giovanni, di Giuseppe, nato a Malta il 30/08/1896, inglese, presente come internato ad Apecchio nel dicembre ’42 proveniente da Mombaroccio. Poi internato a Pergola nel maggio ’43. (A1, Archivio comune di Apecchio)
  5. Arconti Alessandro. Internato a San Costanzo, dove è presente nel maggio ’43. (A1).
  6. Aschiero Angelo. Internato a Sant’Ippolito, dove è presente nel maggio ’43. E’ segnalato tra gli internati che ricevono il sussidio mensile nel comune di Sant’Ippolito a partire da gennaio 1943 fino a settembre ’44 con la liberazione del territorio. E’ citato nell’opera della Carolini, “Pericolosi nelle contingenze belliche”, dalla quale se ne ricava solo la paternità: il padre si chiamava Mario. In internet troviamo una ricca biografia che conferma i dati reperiti e aggiunge importanti notizie. Aschiero era nato a Savona il 3/02/1868 da Mario e Maria Rossello. La sua famiglia originaria era contadina. Angelo, che si sposa nel 1895 e ha figli e nipoti, fa una certa carriera perché nel 1940 è “Vice console onorario di Gran Bretagna”. Tale consuetudine con il mondo anglosassone lo mette in cattiva luce presso le autorità fasciste che poco dopo l’entrata in guerra dell’Italia lo arrestano per sospetto spionaggio. Il fermo avviene, nonostante la tarda età, il 3/07/’40. Incarcerato al Marassi di Genova e poi a Savona, viene inviato nel campo di concentramento di Tremiti dove resta dal 28-08-’40 al 2-06-’40. Poi è trasferito a Pizzoli (L’Aquila) dove rimane dal 5-06-’42 al 29-12-’42, e infine a S. Ippolito (PS). Presso l’archivio comunale di S. Ippolito abbiamo riscontrato con precisione il periodo di corresponsione dei sussidi – da gennaio ’43 fino a settembre ’44 –  quindi è inesatto quanto risulta nell’opera citata e cioè che resta internato fino ad agosto ’45. Aschiero torna a Savona dopo quattro anni di allontanamento e muore nel 1948. Fonti: A1; ASCSIPP; Car; Antonio Martino in Atti e memorie della società savonese di storia patria, Savona 2011, pp. 189-201.
  7. Bagagli Serrano, di Rino e Marchetti Livia, nato a San Miniato (PI) il 28/8/1914. Figura dal 1932 al 1943 nel CPC come muratore e comunista irriducibile. Confinato dal ’32 al ’40, a fine pena è trattenuto come internato fino al 20/08/1943. Nel sito RadioMaremmaRossa è detto “politicamente molto attivo, subisce numerose condanne, l’ultima delle quali a un anno e quattro mesi per non aver voluto salutare romanamente”. Lo troviamo a Sassocorvaro nel maggio ’41. (M/M; CPC; Car).
  8. Barontini Adelina, di Ezio Gino e Nella Nardini, nata e domiciliata ad Antignano di Livorno, internata ad Apecchio nell’agosto ’40. A novembre chiede la revoca, attribuendo la sua reclusione a “malinteso”, ma non ottiene nulla, anzi, nel trasmettere l’istanza al questore, il commissario prefettizio allega un trafiletto del giornale “Telegrafo” che evidentemente la riguarda. La Barontini lamenta poi che per regolamento può frequentare solo internati e questi sono tutti uomini ebrei, pertanto chiede il trasferimento, rinnovato a dicembre, per la provincia di Pisa o di Livorno, senza ottenerlo. (M/M, Archivio comune di Apecchio).
  9. Basso Lelio, futuro padre della Costituzione italiana, nato a Varazze il 25/12/1903 da Pietro e Marianna Raimondi, domiciliato a Vedano Olona (ASPG). Avvocato socialista, “irriducibile avversario del regime”, presente nel CPC dal 1928 al 1942. Viene confinato nell’isola di Ponza dal 1927 al ’31 e  internato a Colfiorito (PG) a partire dal 23 agosto 1940. Il giorno 25 Basso firma la diffida per gli internati nella quale si legge fra l’altro che gli appelli quotidiani obbligatori sono tre. La questura di Milano specifica che è benestante e non necessita di sussidio. Dopo appena un mese, il 25 settembre è trasferito nel comune di Piobbico in provincia di Pesaro. Leopold Verbovsek  scrive nel suo diario che quando  il 13 giugno ’42 vi giungerà a sua volta come internato prendendo alloggio presso l’albergo Montenerone, si ritroverà nella stessa camera utilizzata fino al giorno prima da Lelio Basso.  Il riferimento all’anno è dubbio in quanto Basso dice di essersene andato nel ’41. Tornando al novembre 1940, presso ASPG si trova uno scambio di lettere ufficiali tra Perugia e Milano – dove in quel momento Basso si trova – per recuperare le posate che l’internato aveva in consegna nel campo di Colfiorito. La risposta è che le aveva consegnate a chi di dovere, indicato con nome e cognome. In queste carte si accenna al fatto che Basso era stato prosciolto ma non si specifica altro. In Carolini leggiamo di un proscioglimento nell’ottobre ’40 ma senza dubbio Basso è stato di nuovo internato, come si vede nello stralcio della pubblicazione riportata in “Internati ebrei e non ebrei a Piobbico”.   Nella sezione Documenti e Immagini, “Fogli di via”, un permesso temporaneo per Milano, città dove Basso aveva domicilio, datato ottobre ’40. Nella sezione Fotografie e Disegni si può vedere la sua immagine.  (CPC; Car, Colfi; ASPG)
  10. Bellardje de Cagnot Luigi, di Giorgio e di Rossi Laura, nato il 6/06/1920 a Genova, nazionalità inglese, celibe, studente in ingegneria. Il 14 giugno ’43 giunge a Urbania dalla provincia di Viterbo, per la precisione dal grande campo per prigionieri di guerra di Vetralla, che in gran parte ospitò prigionieri inglesi. In totale vi furono segregate più di tremila persone. All’inizio del ’43 il campo venne chiuso e gli internati furono distribuiti in altre strutture, nel caso presente il comune di Urbania. Qui Bellardje riceve aiuti dalla Legazione svizzera. Nel 2015 il figlio George ci ha fornito ulteriori notizie: erano stati internati anche il  fratello più giovane di Luigi e i genitori (nonni paterni di George). Il nonno lavorava per i Lloyd a Genova. Gli altri tre congiunti in seguito vennero mandati in Inghilterra, mentre suo padre rimase internato fino a quando decise di fuggire da Urbania per unirsi agli oppositori al regime, forse gruppi di partigiani locali, fino all’arrivo degli alleati. Nella sezione Fotografie e Disegni si può vedere una sua immagine. (Archivio comune Urbania).
  11. Berger Matilde Joanne, di Giorgio e Joanne Bichel, nata a Parigi il 9/12/1897, francese domiciliata a Milano, internata a Pergola dove risulta sussidiata nel marzo ’43 e presente anche a maggio. (A1, A2, APCe)
  12. Bertocco Antonio. Internato a Sant’Angelo in Lizzola, dove è presente nel maggio ’43. (A1; CPC). Tre omonimi compaiono nel Casellario.
  13. Binotti Carlo, nato a Mandello Vitta (NO) il 3/05/1888. Giunge a Sant’Angelo in Vado il 18 agosto ’42 dal campo di concentramento di Manfredonia. Più volte ricoverato in ospedale. Resta a Sant’Angelo, sussidiato, fino al 30 novembre ’43 quando è trasferito a Pergola. Il prefetto di Novara ne aveva proposto l’internamento nel gennaio ’42 in quanto “anarchico, capace di commettere azioni dannose per la nazione”. Figura nel CPC dal 1927 al 1942 come bracciante/pavimentatore anarchico, iscritto alla Rubrica di frontiera e internato.  (A1, CPC e Car).
  14. Biondi Tommaso. Nasce a Livorno il 21/09/1882. Nel Casellario politico dal 1927 al 1942. E’ operaio anarchico, iscritto alla Rubrica di frontiera e internato. Per la prefettura di Livorno, che lo segnala nel ’41, svolge attività anarchica all’estero. E’ internato a Saltara dove è presente nel maggio ’43. Risulta ancora internato il 21/6/1944. (A1, CPC e Car)
  15. Borghi Bruno, di Giuseppe, nasce a Faenza nel 1906. Ragioniere, è detto “repubblicano”. E’ presente in CPC come confinato, diffidato e denunciato al Tribunale speciale. Risulta segnalato dalla prefettura di Ravenna il 9/02/1941. Internato con la famiglia a Mercatino Conca fino all’estate ’43, usufruisce assieme ai familiari del sussidio statale. Nello stesso anno è presente a Saltara, poi viene trasferito a Fano. (CPC, A1, Car, Archivio comune Mercatino Conca)
  16. Bournique Melchiorre, di Carlo, nato a Napoli, francese. Internato a Urbania. (Archivio comunale)
  17. Brunetti Temistocle. Nasce a Poggio Mirteto (RI) l’11/2/1877. Nel Casellario politico risulta sorvegliato dal 1914 al 1941 come calzolaio comunista, prima confinato dal 1937, poi internato.  Il suo nome compare in I confinati in Irpinia durante il fascismo, di S. Ventura. Arrestato nel 1937, fu prima condotto alle isole Tremiti e poi destinato a San Martino Valle Caudina. Quando lo vide arrivare, il podestà rimase sbigottito: era la prima persona confinata nel paese. Internato a Tavoleto, dove è presente nel maggio ’43, ha lasciato un breve diario della sua vita. Evade il 15/9/1943. (CPC e Car)
  18. Car (Gar) Angela, di Giovanni e di Elena Car, nata a Cirquenizza (Croazia) il 7/07/1907, presente a Sant’Angelo in Vado da apr. ’43 a dic. ’43, sussidiata. Segnalata quale agente o sospetta di spionaggio. (A1; A2, Archivio comunale S. Angelo in Vado).
  19. Cattaneo Emilio, di Carlo e Giuseppina Bollani, nasce a Milano il 26/08/1906. Nel giugno ’40 viene segnalato dalla PS milanese come sovversivo che “in trattoria” vocifera contro il regime. Giunge coma internato a Mercatino Conca il 1°maggio ’42 proveniente da Orsogna (CH). Con lui la moglie Emma Ambrosetti – di Luigi, nata nel 1908 – e la figlioletta Silvana, nata il 5 aprile ’37, entrambe a Milano.  In seguito sono presenti anche a Urbania. (Car e Archivio comuni di Mercatino Conca e Urbania)
  20. Comminos Emanuele,di Telemaco e Maria Stefanisles, nato ad Atene l’11/06/1892, Magistrato, domiciliato a Corfù, nazionalità greca, internato a Pesaro dove è presente nel maggio ’43. (A1 e A2)
  21. Coret Marcello, di Eugenio e Giulia Carteron, nato a Parigi il 6 gennaio 1892, francese, coniugato con Silvia Bianchi, professore presso l’Istituto Orientale di Roma. Internato a Mercatino Conca il 20 febbraio ’41 fino a ottobre quando è trasferito a Sant’Angelo in Vado. Di qui nel genn. ’42 viene destinato al campo di concentramento di Civitella della Chiana (AR). Nell’aprile del ’43 la moglie chiede al Ministero dell’Interno l’autorizzazione affinché il marito, prima di raggiungere la nuova località di internamento, possa tornare a Mercatino Conca per riprendersi gli effetti personali lasciati in paese. La verifica della polizia conferma che presso la trattoria dove alloggiava giacciono libri e indumenti, e altri libri presso i carabinieri. (Archivio comunale di Mercatino Conca e di Sant’ Angelo in Vado).
  22. Cucic Giovanni, di Marco, nato l’8/07/1905 a Podhum, Jugoslavia. Con lui la moglie Ban Albina, di Stefano, nata il 13/09/1910, e i figli minori Giuseppe, Stefania e Maria, tutti nati a Podhum. Internati a Mondavio a luglio ’42, risultano presenti fino alla liberazione del territorio. (A1, Archivio di Stato di Rijeka-Fiume).
  23. Custodic/Costudic/Kustudija Liubica, di Lazzaro e Ange Martinovic, nata l’8.02.1923 a Maisteri di Niegua (in realtà Majstori-Njeguš, località che distano pochi chilometri tra loro). Domiciliata abitualmente a Cattaro, di nazionalità montenegrina, viene internata a Pesaro: qui è presente nel maggio ’43, come risulta anche in Bad Arolsen. In seguito viene internata a Mondavio contemporaneamente a un gruppo di slavi e come loro reclusa nella Rocca. Viene detta “domestica”. In una lettera del 4 marzo ’44 il questore di Pesaro, Rossi, scrive ai CC. RR. e al podestà di Mondavio che l’arresto di tutti gli internati disposto da un provvedimento “d’indole generale” non va applicato alla Costudic perché “di razza ariana e non internata per motivi politici”. (A1 e A2; ASC Mondavio; Bad.). La famiglia Kustudija è presente da lunga data a Majstori dove viveva in una casa storica – la casa circolare – che prima di loro aveva ospitato membri dei Petrović-Njegoš, la famiglia reale montenegrina, originaria della stessa zona, come si vede qui di seguito https://www.pobjeda.me/clanak/akcija-ciscenja-rastinja-oko-ostataka-crkovne-kuca-kustudija. In una relazione sui misfatti compiuti dagli occupanti italiani in Montenegro (C. Di Sante, Italiani senza onore, p. 78) si legge che la famiglia Kustudija, originaria di Majstori-Njeguš, fu in parte sterminata e in parte dispersa.
  24. Demetrio di Demetrio, di Basilio, nasce a Trieste nel 1893. Era medico. Nel ’42 è internato a Urbania proveniente da Saltara. A Urbania stringe rapporti con gli internati ebrei(ASCU)
  25. Demougeot Giovanna, di Giovanni e Zelie Droubaod, nata a Besancon il 21/08/1896, nazionalità francese, è internata a Pergola dove risulta presente con il marito Scandellari Luigi, di Isacco, proveniente da Bologna e pure sussidiato, nel suo caso come sfollato di guerra. Di loro c’è traccia nelle memorie locali anche per gli aiuti ricevuti. Da Pergola si trasferiscono ad Arcevia e continuano ad essere sussidiati fino al ’45. (A1, A2 e APCe)
  26. De Sanctis Pilade, di Giuseppe, internato a Mercatino Conca dove è sussidiato sicuramente da maggio ’43 a settembre. Nel luglio chiede il proscioglimento ma questo gli viene negato dal Ministero. Si trattiene nel comune anche dopo la liberazione del territorio e qui muore il 23/1/’45.  (A1, Archivio comune Mercatino Conca)
  27. Disdier Mario Luigi, capofamiglia, di Giuseppe e Rosalia Giraud, nato a Saint Julien il 23/01/1891. Nazionalità francese. Composizione della famiglia:  moglie Francesca Louise Jouveau, di Battista e Angelina Lopez, nata ad Avignon il 1°/04/1890, dimorante a Cengio o a Mallare (Savona); figli Charlotte nata a Tourne del 1919,  Giuseppe del 1925 e Angela che nel ’41 ha dieci anni (forse del 1931). Prima di essere internati a Pennabilli, dove  sicuramente sono presenti da febbraio a giugno ’43, erano soggetti alla stessa misura in altre località. La madre, separata dai congiunti, fa istanza di ricongiungimento. Nell’agosto del 1940 lei si trova internata a Montefalco (Perugia) e gli altri ad Arlena di Castro (Viterbo). Scambio intenso di lettere tra le  autorità per consentire il trasferimento della Jouveau ad Arlena di Castro, cosa che avviene. Il prefetto di Savona, Neos Dinale, nell’ottobre ’40 si dichiara contrario al proscioglimento della Jouveau benché non abbia alcun rilievo da contestarle, in quanto non conosce i sentimenti della straniera nei riguardi dell’Italia e inoltre, se il marito resta internato, essendo lei indigente verrebbe a pesare sulla pubblica assistenza. La famiglia era in Italia da diversi decenni. Una lettera della madre, preoccupata per i congiungi, specie i figli minorenni e il nipote, è conservata in ASPG dov’è presente anche una foto con il suo volto, che appare alquanto sofferente (si veda Fotografie e Disegni).  (A1 e A2, Archivio comune Pennabilli; ASPG).
  28. Dixon (Dixson) Hugh, di Ugo e di Alice Fitzmaurice, nato  il 23/11/1891 a Sydney, Australia, nazionalità inglese. Definito possidente, in Italia con la moglie Rosa Osborn di John, che sarà internata con lui. Nel giugno ’41 il Ministero della guerra sollecita la prefettura di Firenze affinché i due coniugi vengano al più presto allontanati da Firenze e inviati a Perugia, come già disposto nel settembre 1940; aggiunge che Dixon è un ex ufficiale dell’esercito britannico. Si risponde da Firenze che la moglie è stata gravemente ammalata e più volte operata, per cui non è trasportabile. Nel novembre ’41 il Ministero dell’Interno scrive a varie prefetture per sapere se nulla osti a un eventuale trasferimento della coppia nel loro territorio; specifica che gli vengono rivolte “premure” per consentire ai Dixon di trattenersi a Pian de Giullari (collina di Firenze) in attesa del disposto internamento a Perugia; gli interessati, qualora non fosse possibile restare a Firenze, vorrebbero essere internati a Pistoia, a Stresa, a Menaggio o a Luino. Ma dalle prefetture richiamate si risponde negativamente, essendo le loro zone importanti militarmente o delicate. Il mese seguente la coppia viene internata a Perugia; di qui chiede di potersi recare a San Remo per disdire l’affitto di una villa. Permesso negato poiché possono provvedere per lettera. Dopo un vuoto temporale, ritroviamo Dixon come internato nel maggio ’43 a Pergola (PS) e nel giugno seguente ad Apecchio (PS), dove chiede inutilmente di poter inviare telegrammi in Australia. Il nome Dixon compare specificatamente nell’ordine di arresto di tutti gli internati che il questore Rossi invia ai podestà e ai carabinieri dei comuni della provincia pesarese, per Apecchio il 21 gennaio ’44. Al podestà di Apecchio il 18 marzo ’44 la CRI chiede di fornire notizie da passare alla Croce Rossa britannica, interpellata dal sig. John Osborne, il suocero. La risposta annotata a mano recita: “Rispondere che è stato trasferito a Bagno a Ripoli”. In realtà in quelle stesse ore lo troviamo recluso nel carcere di Cagli assieme ad altri, politici ed ebrei, come si può vedere nella biografia di Leopold Verbovsek. La moglie di Dixon non compare più. Essendo ammalata già nel 1940/’41, probabilmente era morta in internamento. (A1, A2, Archivio comune di Apecchio; Bad; ASPG-2.)
  29. Duval Cesarina, di Francesco e Maria Aslan, nata a Smirne il 12/04/1901, francese. Domiciliata a Napoli, fa l’istitutrice. Internata a Cagli dove è presente nel maggio ’43 e nel ’44. Subisce l’arresto a febbraio ’44, come per gli altri internati. (A1 e A2, Archivio comune di Cagli)
  30. Federici Amedeo, di Fausto, nasce a Monterotondo il 20/1/1891. E’ internato a San Leo nel ’40, proveniente da Greci. (M/M, Archivio comune San Leo)

  31. Ferdo Giovanni. Il suo nome figura tra gli internati a Sant’Angelo in Vado. (BibB)
  32. Ferrante Attilio, fu Giovanni, nato al Cairo d’Egitto il 12/12/1898. Internato a Piobbico, è presente nel novembre ’41 quando il podestà chiede informazioni a varie questure italiane sulle persone o gli Enti con i quali gli internati hanno chiesto di poter corrispondere per posta. Con lui, gli ebrei Alberto Venezia e Felix Neumann. Ferrante chiede di poter scrivere a Raffaella Lopez di Bari. Trasferito a Fermignano, è presente nel maggio ’43. (A1, Archivio comune di Piobbico). Nel ’44 sarà in carcere a Urbino.
  33. Ferrua Michele, nato nel 1873 a Carassone (CN). Iscritto al Casellario P. C. dal 1907 al 1938 come calzolaio anarchico. E’ internato a Sant’Angelo in Vado dove è presente nel maggio ’43 ma non tra i sussidiati. (CPC, A1).
  34. Floriani Renato, di Leonida, nato a Riva del Garda. E’ internato a Isola del Piano,

    dove è presente nel maggio ’43.  (A1).

  35. Foster Martin Fred, di Charles e Eva Beak, nato a Jersey City il 10/06/1898, ingegnere americano. Nel ’41 viene internato nel parmense, di qui è trasferito a Urbania in provincia di Pesaro dove è presente nel ’42. Poi lo troviamo a Mondavio nel maggio ’43 e a Cagli nel ’44. Il 4 aprile ’44 viene trasferito a Macerata. Con lui la moglie Maria Irene Singerdi Victor (Pietor) e Maria Broks, nata a New York il 2/07/1909, americana. In Arolsen Archives lei è detta ebrea mentre in altri documenti si sorvola sul dato. Sta di fatto che la coppia, in particolare “l’americano”, è giudicata in termini abbastanza impietosi in pubblicazioni del dopoguerra: Foster è sospettato di essere stato un informatore. Per Urbania si veda la scheda di Werczler Lazzaro(A1, A2, Archivi dei comuni citati).
  36. Fancescato Simonedi Antonio e Maria Padovan, nato e residente a Enego (Vicenza). Internato con la famiglia a Piobbico, si scrive che nel ’43 ha 34 anni. La moglie è Maria Battistelli (Battistel), i figli Simeone e Tonino. Trasferiti nel febbraio ’43 con destinazione Pergola dove sono sussidiati dal mese seguente e sono presenti anche a maggio.(A1, APCe, Archivio comune Piobbico)
  37. Frisotti Luigidi Antonio. Nasce nel 1887 a Foggia, è impiegato e viene definito comunista. E’ presente nel Casellario politico centrale dal 1926 al ’42. Denunciato per offese al capo del Governo. E’ internato a Macerata Feltria dove è presente ad agosto ’42 e pure nel ’43, e dove percepisce il sussidio statale. (M/M, EMF, Archivio comune Macerata Feltria e CPC)

  38. Garofalo Eliseo, nato a Bonavigo (VR) il 2/06/1887, pittore ambulante. Questa la scritta sovversiva che gli viene attribuita nel luglio ’43 dal prefetto di Modena: “Italiani, ergetevi contro l’oppressione e la tirannide.” E’ presente nel comune di S. A. in Vado dall’11 agosto ’43 e di seguito nell’anno seguente. Dal 21 marzo al 6 aprile ’44 viene incarcerato e ricoverato in ospedale. Poi riprende il sussidio fino alla liberazione del territorio. (Car; A1, Archivio comunale Sant’Angelo in Vado).

  39. Gasperin Carlodi Carlo e di Bosin Romina Maria, nato in Germania il 17/04/1907, proveniente da Udine ma residenza a Limana (Belluno), muratore e minatore. Nel settembre ’40 il prefetto di Udine lo segnala per discorsi disfattisti e critiche al regime, ancora più gravi essendo state espresse in presenza di militari, per cui ne propone l’internamento nella colonia-confino di Pisticci (Matera). Il “sovversivo” vi giunge scortato dalla polizia e il 29 ottobre ’40 firma la diffida nella quale si regolano minuziosamente la giornata e la condotta del confinato e si vieta di usare nella conversazione le “lingue estere”. Intanto Gasperin chiede indumenti di ricambio, essendone privo. Nel contempo chiede di poter corrispondere per lettera con la madre che risiede nel cantone svizzero di Zurigo. A fine novembre ’40 viene trasferito al campo di concentramento di Colfiorito. Qui chiede una visita oculistica e il contributo per l’acquisto di occhiali, essendo impossibilitato a provvedere con i suoi mezzi. Dopo un mese, il 28 dicembre ’40, il ministero dell’Interno dispone il trasferimento di Gasperin a Montefiore Irpino (Avellino) e informa che ha necessità di sussidio per mantenersi. Il 7 gennaio l’internato viene tradotto nel nuovo campo di concentramento. Il questore di Belluno nell’inviare note personali sullo stesso all’omologo di Perugia, lo presenta come “semi-deficiente” per tre operazioni alla testa. Aggiunge che ha la madre, un fratello e una sorella residenti in Svizzera e che a Limana, paese di residenza, è nullatenente, senza altre persone che possano aiutarlo. Gasperin giunge poi in provincia di Pesaro. Lo troviamo internato e sussidiato a Macerata Feltria nel ’42. La sua presenza è attestata in aprile e ad agosto fino al giorno 11 quando viene trasferito a Urbania, stessa provincia. (Car, EMF, M/M, Archivio Macerata Feltria, ASPG-2)

  40. Gerin Raffaele, di Firmine e Chiara Sofia Billuiller, nato a Napoli il 1/05/1876, contabile, di nazionalità francese, internato con la famiglia. Sono tutti nati a Napoli, la moglie Emma Mingione, di ignoto e di Mingione Vincenza, nata il 24/12/1900, e le figlie, Maria nata il 16/04/1926 e Vincenza nata il 6/05/1924. Domiciliati a Napoli, vengono internati a Cagli dove risultano presenti a maggio ’43 e ancora nel marzo ’44. (A1 e A2, Archivio comune di Cagli).
  41. Gery Maria Celina, di Giulio, nata a S. Ethienne nel 1893, e figlia Darvidal (Dorvidal) Maria Antonietta, di Claudio, nata a S. Ethienne nel 1911. Internate a Pennabilli dove sono presenti nel maggio ’43. (A2)

  42. Ghisletti Primo. Internato a Cantiano dove è presente nel maggio ’43 e anche a settembre. Il figlio Fortunato a giugno chiede la revoca della pena comminata al padre, senza ottenerla. A settembre l’internato vorrebbe recarsi a Milano ma l’istanza è respinta. (A1, Archivio comune di Cantiano)
  43. Giacalone Antonio, di Diego e Susanna Lofata (La Fata), nato a Malta il 1/01/1890, domiciliato a Marsala. Di nazionalità inglese,  nel settembre del ’40 è internato nel campo di concentramento di Montechiarugolo (PR) proveniente da quello di Campagna (Sa). Trasferito a marzo ’41 nel campo di concentramento di Civitella della Chiana, viene destinato alla provincia di Pesaro e presentato come “di idee contrarie al regime”: nel 1936, quando il Ministero dell’Interno lo invitò a optare tra cittadinanza inglese e italiana, preferì rimanere cittadino inglese e quindi “nemico della patria”. Nell’isola di Malta poi era in relazione con la polizia inglese, da ciò la sua pericolosità specifica. Giunge a Urbania nel gennaio ’42 da Pennabilli. E’ sussidiato. Egli chiede di essere arruolato nel battaglione maltese, ma l’istanza è respinta. Nel giugno ’42 il podestà di Urbania lo segnala alla questura come elemento disturbatore e quindi viene trasferito d’ufficio. A luglio è a Piandimeleto e in seguito di nuovo a Pennabilli dove resta da febbraio ad aprile ’43. Ne viene allontanato per la sua amicizia con l’internata ebrea Irma Olschowski.  Nel maggio seguente lo troviamo a Torricella Sicura (Teramo), come si legge in Bad. (Invis, Archivi comunali di Urbania e Pennabilli, Bad).
  44. Giarratana (Giarratano) Giovanni, di Salvatore e Morelli Concetta, nato a Malta il 26/09/1899, inglese. Il capofamiglia, che è venditore ambulante, risulta internato a Lama dei Peligni (CH) e nel campo di concentramento di Montechiarugolo (PR). Quando giunge in provincia di Pesaro vengono registrati anche la moglie Comisi Angela, di Pasquale, e i sei figli, tutti inglesi: Salvatore, Pasquale, Giuseppe, Concetta, Vincenzo e Antonio MarioInternati a Urbania da ottobre ’42, restano nel comune fino al 5 luglio ’43, poi sono trasferiti a Sant’Agata Feltria dove vivono, sussidiati, fino a ottobre ’44. Un omonimo del 1918 è deportato a Mauthausen (Bad) ma non è certa la relazione di parentela. (A1; Invis, Archivi comuni Urbania e Sant’Agata Feltria, Bad)
  45. Gigliucci Donatello. Nasce a Firenze il 10/5/1883, figlio del conte Mario e di Edith Moseley. Combattente nella Prima Guerra Mondiale, si dimostrerà insofferente verso il fascismo. Assieme alla moglie, Dorothy (Dorotea) Frances Carey si adopera per promuovere la diserzione di soldati polacchi dalla Wehrmacht. Viene internato a Macerata Feltria per aver partecipato al funerale di un aviatore neozelandese caduto nel cielo di Sori (GE) dove la coppia risiedeva. Nel gennaio ’43 entrambi i coniugi risultano internati a Macerata Feltria: in quel momento le persone segregate sono venti e uno di questi è Albert Alcalay che ricorda Gigliucci nel suo diario. Il conte è presente nel Casellario dal 1938 al marzo ’43 quando viene prosciolto. (Car, Hope, EMF, e CPC)

  46. Giorgini Valerio. Internato a Sant’Angelo in Vado dove è  presente nel nov. ’42 fino ad apr. ’43 quando ottiene la revoca. E’ sussidiato. (Archivio S. Comune Sant’ Angelo in Vado).

  47. Grasso Domenico, di Filippo, nato a Catania il 6/2/1890. E’ stuccatore. Comunista ammonito e diffidato, è presente nel Casellario dal 1925 al 1943. Il prefetto di Catania ne dispone l’internamento nel comune di Urbania ad agosto ’41. Nel dicembre il questore di Pesaro scrive al podestà e ai carabinieri di Urbania per confermare da un lato che l’internato ha diritto al sussidio, dall’altro per presentarlo come “uno dei più accesi propagandisti e promotore di riunioni comuniste”. Ha subito numerosi fermi e perquisizioni ed è compreso nell’elenco delle persone da arrestare in determinate circostanze. Resta a Urbania fino al 22 aprile ’42 quando la pena è commutata in ammonizione. (CPC; Car, Archivio comune di Urbania)
  48. Guasti Anna, di Guglielmo, nata a Pessina (Cremonese), nubile, giunge a Urbania nell’ottobre ’42 dalla sua città. E’ sussidiata. (Archivio comune Urbania).
  49. Guidi Ottorino, nato a Pisa il 28/07/1907, studente universitario. In Carolini leggiamo: “Sovversivo schedato, già deferito al Tribunale Speciale nel 1927″. Presente  a Sant’Angelo in Vado e sussidiato dal 21 apr. ’42. In precedenza internato a Pennabilli dove aveva stretto rapporti di amicizia con le figlie dell’internato ebreo polacco Laib Ryzada noi intervistate. Nel giugno del ’42 ottiene una licenza per studio, mentre dal 27 luglio ’42 viene ricoverato nel sanatorio di Pratolino, dopodiché il suo nome non compare più. (CPC e Car; Archivio storico comune Sant’Angelo in Vado).
  50. Guinkut Marcellina, di ignoto e Agostina Guinkut, nata a Parigi il 31/01/1890, domiciliata a Milano dove giunge nell’aprile del ’35, di nazionalità francese. Internata ad Apecchio nel marzo ’43, è presente anche ad aprile ’44. Percepisce il sussidio statale. (A1, A2, Archivio comune di Apecchio)
  51. Hamilton John Alexander, di Alessander e Adele Ciralli, nato a Palermo il 2/02/1880, nazionalità inglese, internato a Cantiano dove è presente nel maggio ’43 e nei mesi seguenti con la famiglia composta da Bianca Maria Russo, di Giuseppe e Elisabetta Pettini, nata a Messina il 19/07/1880, e dalla  figlia Bessy, nata nella stessa città il 27/10/1920, entrambe inglesi. (A1 e A2, Archivio comune di Cantiano)
  52. Henneken Giovanna, di Leo (Leonard Joseph) e Maria Louise Hubertine Vlengels, vedova Setti, nata ad Aquisgrana (oppure a Forst Bei Aarban o Brand) il 5/11/1902, di nazionalità tedesca. La sua vita appare avventurosa e inquietante. Nel pesarese viene internata a Sassocorvaro, dove compare nel ’41 fino a novembre quando è trasferita a Mercatino Conca. In seguito passa a Sant’Angelo in Vado dove resta da nov. ’42 a febb. ’43, epoca in cui è trasferita nel campo di concentramento di Vinchiaturo. Sussidiata. (Archivi comunali di Mercatino Conca, Sant’Angelo in Vado e Sassocorvaro).
  53. Ietto Pietro, di Domenico e Francesca Palermo, nasce il 29/7/1896 a Rosarno di Reggio Calabria e risiede a Genova. Diplomato in scuola professionale, è anche pittore. Internato a Mercatino Conca, dove compare nel marzo ’42, ne viene allontanato per la sua amicizia con l’internato ebreo Tokar Enrico. Nell’agosto dello stesso anno è a Piobbico. Qui percepisce il sussidio statale nonostante fruisca di una pensione e dei ricavi dell’attività pittorica. Nel dicembre ’42 è a Sant’Agata Feltria dove risulta ancora presente nel maggio ’43. In carcere per alcuni mesi a causa dell’esercizio abusivo della professione medica, dopo la scarcerazione è internato a Mombaroccio. (A1 e LM/AM, Archivi comuni di Piobbico, Mercatino Conca, Sant’Agata Feltria)
  54. Igelfeld Felix , inglese. Internato a Pennabilli. (Archivio comunale)
  55. Javonhey Olga Maria di Emilio e Georgette Vandomme, nata a Bracon il 24/01/1909, francese. Internata a San Leo dove è presente nel ’40 proveniente da Ferrara. (Archivio comunale San Leo)
  56. Johnson Adelina Blanche, di Carlo e di Kate Smidt, nata a Portland (G.B.) il 5/06/1872, vedova Wall, inglese. Internata a Mercatino Conca, vi giunge nel settembre ’42 ed è ancora presente nel febbraio ’44. Di lei si interessa la CRI per fornire notizie sulle sue condizioni al comitato di Ginevra e quindi al cognato dell’internata, contrammiraglio inglese. L’anziana internata vive a Mercatino con la “figliastra” Morozzo Della Rocca Wall Glady e con i nipoti Morozzo Della Rocca Guido e Luciana. (A1, A2, Archivio comune di Mercatino Conca).
  57. Jouveau Francesca Louise, si veda Disdier. Nella sezione Fotografie e Disegni si può vedere una sua immagine.
  58. Karicla (Kariclia) Cela, di Angelo e Dini Alias, nata il 25/03/1903 a Filiats, nazionalità greca. Domiciliata a Castelvetrano in Sicilia. Internata a Piandimeleto dove è presente nel maggio ’43 e nel ’44. E’ sussidiata. Arrestata e incarcerata a Urbino nel febbraio ’44. (A1 e A2, Archivio comune di Piandimeleto)
  59. Kosuta Teresa, di Giovanni, internata a Mercatino Conca, dove è presente a maggio ’43 e ancora a settembre usufruendo del sussidio statale. Per problemi alla gambe si muoveva sostenendosi alle grucce.  (A1, Archivio comune di Mercatino Conca)
  60. Lakic Gaetano. Internato a Isola del Piano dove è presente nel maggio ’43. (A1)
  61. Larkin Johanne, di Michele, nata ad Harrow, nazionalità inglese. Nel ’41 ha vent’anni. Internata a Piobbico fino a nov. ’41 quando viene trasferita a Sant’Agata Feltria. Qui è giudicata negativamente la sua amicizia con l’internato ebreo Winter Emerico. A settembre ’42 viene internata nel campo di concentramento di Treia (MC). (LM-AM)
  62. Laugeri Giovanni, di Riccardo e Gastalli Giuseppa, nato a Genova il 1/03/1890, ingegnere di nazionalità inglese, internato nel ’42 a Sassocorvaro. Nel ’43 è a Mondavio come internato civile di guerra e si scrive che nel maggio gli vengono rimborsate le spese di viaggio per il trasferimento a Cagli dove è presente nel ’43 e nel ’44. Ha due figli che vivono a Napoli. Come per gli altri internati, a febbraio ’44 viene incarcerato per ordine della questura provinciale. (A1, A2, Archivio comuni di Sassocorvaro, Mondavio e Cagli).
  63. Lawrence Ernest, di Henry e Betty Macey, nato a Londra il 18/02/1889, ha nazionalità inglese. Pensionato e vedovo, nel febbraio ’41 viene internato nel campo di concentramento di Montechiarugolo (PR) proveniente da Ventotene. Internato poi a Loro Piceno (Macerata) e in seguito in provincia di Pesaro, inizialmente a Sant’Agata Feltria. Qui vive da ottobre ’41 ad agosto ’42 con la figlia Rosettadella fu Augustine Ferrand, nata a Londra il 4.11. 1917 (Bad). Sono definiti dalla questura “sospetti in linea militare”.  A Sant’Angelo in Vado dove vengono trasferiti, il padre riceve i sussidi anche per la giovane figlia, a partire da gen. ’43. Il 15 sett. ’43 il sussidio cessa, poi riprende il 7 dic. per proseguire fino al 31 genn. ’44 quando l’internato fugge. Rosetta nel frattempo è stata internata nel campo di concentramento di Treia (Macerata). (A1; Archivio comune Sant’Angelo in Vado; Invis.).
  64. Lawrence Rosetta, si veda Lawrence Ernest.
  65. Leccese Giuseppe, internato ad Apecchio con la moglie Giuseppina Bonomi, il primo gennaio ’41. (Archivio comune di Apecchio)
  66. Le Nardou Elisa, di Ives e Anna Coraller, nata a Quimperli il 27/0371898, domiciliata a Milano, nazionalità francese. Risulta entrata in Italia a Pistoia nell’aprile del ’34. Internata ad Apecchio nel marzo ’43, è ancora presente ad aprile ’44. E’ sussidiata. (A1, A2, Archivio comune di Apecchio)
  67.  Maccarrone Gaetano, di Nicolò e Angela Buscemi, nasce ad Adrano (CT) il 10/4/1899. Fabbro, ex combattente. Dal prefetto di Catania viene segnalato come comunista, già confinato nel 1938. Lo troviamo internato a Villetta Barrea (L’Aquila), poi a San Leo sicuramente da dic. ’42 a gennaio ’43 quando è trasferito a Sassocorvaro. (M/M; Car, Archivio comune San Leo)
  68. Marovic Gino, di Ivo e Netty Vicevic, nato a Brscine (Dubrovnik), Jugoslavia, il 21/9/1904. In Carolini si legge che era titolare di un’agenzia di navigazione. Il prefetto di Trieste lo segnala nel dicembre ’42 per “diffusione di notizie allarmistiche sull’andamento della guerra”. Internato a Sant’Angelo in Vado, dove è presente nel maggio ’43, non risulta tra i sussidiati. Viene liberato nel luglio ’43. In Arolsen Archives è detto ebreo. Qui compare un’istanza risalente al 1950 con il suo volto. Apolide, è domiciliato a Trieste. (A1; Bad; Car).
  69. Martina Attilio Paolo,  di Giuseppe, nasce a Chiusa Forte (UD) il 22/9/1897. E’ muratore, celibe. Il prefetto di Udine nel luglio ’40 lo interna a Istonio Marina per vilipendio della nazione. Lo troviamo poi internato a Macerata Feltria ad aprile e luglio ’42, quando il commissario prefettizio dichiara che l’internato coltiva l’orto per il locale ospedale in cambio dell’alloggio. Nel settembre ’42 è trasferito a San Leo e subito incarcerato come misura preventiva. (Car, CPC , EMF e Archivi comuni Macerata Feltria e San Leo).
  70. Melrose Sarah, di Giovanni e Sara Collins, nata a Longbank il 10/07/1908, nazionalità inglese, domiciliata in Canada, governante. Internata a Cagli, dove è presente nel maggio ’43. (A1, A2)
  71. Micailovic Mainardi Dejanira, di Felice, in Petrovich, nata a Cremona il 23/8/1883Internata in diversi comuni della provincia in quanto legata a un congiunto della regina Elena di Montenegro – Petrovich – contro la volontà della  regina stessa. A Mercatino Conca giunge nel marzo ’42 e vi resta fino ad agosto quando viene destinata a Piandimeleto. Nel maggio ’43 è presente a Fermignano. Poi è trasferita a Sassocorvaro, dove risulta sussidiata nell’ottobre di quello stesso anno. Qui vive presso la famiglia Mercatelli alla quale in seguito invia fotografie di sé e del marito presentato come fratello della regina. (A1, Archivio comuni di Sassocorvaro e Mercatino Conca).
  72. Mingione Emma, si veda Gerin Raffaele.
  73. Mitchel Evelin Marion, di Giovanni, nata a Gateshead, provincia di Pucham, il 9/11/1905, nazionalità inglese. Internata ad Apecchio nell’ottobre ’41 e in seguito a Macerata Feltria. E’ presente poi a Sant’Agata Feltria nell’aprile ’42 e a Treia (Macerata) forse nel ’43. Nella primavera del ’44 la troviamo nel carcere di Cagli assieme a reclusi politici ed ebrei, come si può vedere nella biografia di Leopold Verbovsek. (LM e AM, Archivi comuni di Apecchio e Macerata Feltria, Bad).
  74. Moretti Giuseppe. E’ internato a Sant’Angelo in Vado, dove è presente nel maggio ’43 ma non sussidiato. (A1; CPC e Car). Compaiono 16 omonimi in CPC e non è possibile individuare il nostro.
  75. Mustur Vasilii (Basilio), di Savo (Severino) e di Anna Gadelj, nato a Castelnuovo di Cattaro il 22/02/1921, jugoslavo, studente, presente come internato a Cantiano nel maggio ’43 e mesi seguenti, compreso novembre. Nella primavera del ’44 si trova nel carcere di Cagli assieme a reclusi politici ed ebrei, come si può vedere nella biografia di Leopold Verbovsek. (A1, Car, Archivio comune di Cantiano)
  76. Noeth Margherita, di Giovanni e Alfonsina Martin, nata a Parigi il 13/11/1887, francese; internata a Solofra (Avellino) non sappiamo quando. Risulta internata a Piandimeleto nell’aprile ’41 e ancora nel ’44. Incarcerata a Urbino nel febbraio ’44, resta a lungo reclusa. (A1, A2 e Archivio comune Piandimeleto)
  77. Osborn Rosa, vedi Dixon.
  78. Oulton Donal Eric, di William e Stawe Emilia, nato a Gateacre il 12/’9/1888, definito “possidente”. Internato nel settembre ’40 nel campo di concentramento di Scipione (PR) proveniente da Brescia, ben presto trasferito in quello di Montechiarugolo (PR) e a fine anno in provincia di Pesaro. Lo troviamo internato a Sassocorvaro (primavera/estate ’42) e nel ’43 a Urbania, dove è sussidiato anche a settembre nonostante la definizione di possidente. Riceve aiuti dalla legazione svizzera.  E’ ricordato anche per le sue abilità pittoriche. Nel ’44 compare internato a Cagli e subisce l’arresto a febbraio, come per gli altri internati. (Invis; A2, Archivi comuni di Urbania e Cagli)
  79. Ozretic Caio, di Antonio, originario della Dalmazia. Internato a Mercatino Conca il 29/08/’42 e partito il 16 gennaio ’43. Definito comunista. (Archivio comune di Mercatino Conca)
  80. Pajalic Vladimiro di Nicolò e Polkar Giovanna, nato a Fiume il 20/04/1898. Era direttore di banca, dirigeva la Banca del Paese Croato, filiale di Susak. Coniugato con Mvros Milena, ebrea. Dopo la loro permanenza a Sant’Angelo in Vado nel ’43, viene disposto il loro trasferimento a Macerata Feltria nella stessa provincia, motivato con ragioni di salute delle figlie, una di otto anni, l’altra di un anno. La famiglia non è sussidiata benché Pajalic faccia richiesta del contributo statale. Sia lui che la moglie sono segnalati quale agenti o sospetti di spionaggio. (Bad.)
  81. Peruk Maria in Slade, di Edoardo e Gioti Nosca, nata a Istanbul il 25/03/1893, nazionalità inglese, domiciliata a Istanbul, internata a Cagli dove è presente nel maggio ’43 e nel ’44, subendo l’arresto a febbraio, come per gli altri internati. (A1 e A2, Archivio comune di Cagli).
  82. Petrovic Bonaventura, di Matteo, nato a Podhum, Jugoslavia, il 1891, jugoslavo, vedovo, presente a Mondavio con i cinque figli, Maria, Lorenza, Edvige, Blasenka, Antonio, e con suo padre Petrovic Matteo, del 1853. Tutti nati a Podhm, sono presenti come internati a Mondavio da luglio ’42 e ancora a giugno ’44. Tuttavia, Bonaventura e il padre moriranno prima del rimpatrio. Bonaventura il 5 febbraio 1944, mentre per Matteo la data non è nota. (A1; Archivio storico e Servizi demografici comune di Mondavio, Archivio di Stato di Rijeka-Fiume).
  83. Petrovic Gabriele, di Giuseppe, nato a Podhum, Jugoslavia, il 27/08/1909, con la moglie Giovanna Lenic (Linic), di Vincenzo, nata il 20/03/1913, e il figlioletto Vincenzo, tutti jugoslavi, nati a Podhum. Con loro Antonia Lenic (Linic), di Vincenzo, del 1930 (domestica) e Petrovic Lucia, del 1885, madre di Gabriele.  Presenti come internati a Mondavio da luglio ’42 fino alla liberazione. Il 2 dicembre 1943 da Linic Giovanna e Petrovic Gabriele nasce la figlia Lucia. Nel certificato si sottolinea che i genitori sono ariani, residenti a Jelenie presso Podhum. (A1; Archivio di Stato di Rijeka-Fiume; Archivio storico e Servizi demografici comune di Mondavio).
  84. Pieri Danilo di Michele. Nasce a Monfalcone nel 1921 ed è avvocato. Internato a Piandimeleto. Presente nel Casellario politico per tutto il 1942 come studente comunista ammonito. Internato a Piandimeleto nel ’41 e ancora presente nel ’44. Insieme a lui, i genitori Michele (di Giovanni) e  Giuseppa Ferfoglia, e una sorella di cui ignoriamo il nome, tutti presenti nel ’44.  Il capofamiglia fugge alla fine di gennaio ’44. (A1, CPC; M/M;  Archivio comune di Piandimeleto)
  85. Pigrucci MarianoNasce a Urbino nel 1889. Nel Casellario dal 1931 al 1940 come repubblicano. Denunciato al Tribunale Speciale. Internato a Tavoleto dove è presente nel maggio ’43.  (CPC e  A1)
  86. Pilini VittorioNato a Perugia il 25/8/1901, pittore-verniciatore, viene segnalato  nel nov. ’41 dal prefetto di Perugia per attività antifascista. Internato a Sant’Angelo in Vado, risultano i sussidi da dic. 1941 ad agosto 1942. Prosciolto in ott. ’42.(Car, Archivio comune Sant’Angelo in Vado).
  87. Piraino Giuseppe, di Carmelo, nasce a Sinagra (ME) il 15/10/1896. Dottore in agraria e tipografo, socialista schedato, compare nel Casellario dal 1921 al 1942. Ammonito nel ’27 per propaganda antimilitarista. E’ stato segretario della Camera del Lavoro di Messina e di altre città della provincia.  Il prefetto di Messina segnala nell’agosto ’41 che Piraino si riunisce con altri comunisti nella tipografia dove lavora. Celibe, è internato a Mercatino Conca. Vi giunge l’8 maggio ’43 e il giorno 24 del mese evade.  (CPC, Car e  A1)
  88. Plazzotta Enzo (Vincenzo), nato a Tolmezzo (Ud) il 24 marzo 1899, capitano degli alpini, poi ragioniere. Accusato di spionaggio, viene arrestato nel 1940 e destinato all’internamento libero per motivi di salute. Giunge a Pennabilli il 30 ottobre 1941. Fugge nel febbraio 1944, forse si unisce ai partigiani. Il suo nome è legato a quello della fidanzata Virginia Longhi, coraggiosa giovane di Pennabilli, uccisa dai fascisti. Plazzotta nel ’45 si costituisce parte civile assieme alla famiglia Longhi contro i responsabili dell’uccisione di Virginia. Morirà a causa dell’esplosione di una mina nel 1947.  (LM/AM e ricerche aggiornate di Anna Paola Moretti confluite nel 2023 nel saggio: Vittime senza giustizia, almeno la memoria. Angela Lazzarini e Virginia Longhi fucilate dai fascisti nel Montefeltro del 1944, Consiglio regionale delle Marche.
  89. Poplatkin Milan, di Giovanni e Maria Polcic, nato a Laurana il 20/12/1905, impiegato domiciliato a Sussa, nazionalità jugoslava. Internato a Tavoleto dove è presente nel maggio ’43. (A1, A2; Bad)
  90. Rebecca Minnie, di Luigi e Maria Osonx, nata a Port Mons il 6/06/1892, domiciliata a Roma, domestica, nazionalità indiana, internata a Cagli dove è presente nel maggio ’43. (A1, A2).
  91. Reljac Giacomo, di Bartolo, nato a Podhum, Jugoslavia, nel 1885. Anche gli altri componenti sono nati a Podhum. Bercian Elena, di Matteo, moglie, nata nel 1886. Figli Antonia Reljac del 1911 e Maria Reljac del 1924. Con loro Reljac Jagna del 1941, di Antonia e Mirko, ucciso nella strage di Podhum. (A1; Archivio di Stato di Rijeka-Fiume).
  92. Reljac Martino, di Bartolo (fratello di Giacomo), nato a Podhum, Jugoslavia, nel 1888 (non più presente nel maggio ’43, morto a Mondavio). Rosic Anna, di Giovanni nata a Podhum nel 1890, moglie. Figli Reljac Giovanni del 1925 e Reljac Antonia del 1933, tutti nati a Podhum. (A1; Archivio di Stato di Rijeka-Fiume).
  93. Renna Francesco, di Giuseppe e Filomena De Salma, nasce a Minervino Murge (BA) il 7/09/1878. Il prefetto di Bari lo segnala per l’internamento il 15 giugno 1940 con questa motivazione: “Ex guardia rossa nel 1920, condannato per uccisione di un fascista nel 1922 a 15 anni di carcere, esercita ancora notevole influenza sovversiva nell’ambiente di Minervino”. Internato a Piobbico fino al 2 marzo ’42 quando è destinato a Mercatino Conca. Vi resta un solo mese poi la pena è commutata in ammonizione. (Car, Archivio comunale Mercatino Conca.
  94. Rozic Francesco di Martino, nato a Podhum, Jugoslavia, nel 1896. Reljac Amalia, di Martino, moglie, nata a Podhum nel 1902; figlio Giuseppe del 1939. Con loro i genitori di Amalia: la madre Reljac Barbara del 1870 (non più presente nel maggio ’43, morta a Mondavio) e il padre Reljac Martino del 1869. Inoltre, Reljac Giovanni, fratello di Amalia, del 1907. Tutti di Podhum. (A1; Archivio di Stato di Rijeka-Fiume).
  95. Sacher Francesca in Vassilion (Vassiliu), di Venceslao e Ulrich Francesca, nata a Libcani il 31/05/1872, in Italia a Genova dal 1908 per commercio, di nazionalità greca. Madre adottiva di Athina Vassilou e come lei internata a Piandimeleto il 7 aprile ’41 per restarvi fino al ’44.  E’ sussidiata. Il 22 febbraio ’44 viene arrestata per ordine del questore e incarcerata a Pesaro. Riconosciuta non idonea per il campo di concentramento viene rimandata in internamento. (A1, A2, Archivio comune Piandimeleto)
  96. Saccal Giuseppe, di Antonio e Fares Clementina, nato ad Aleppo il 5/8/1901, presente come internato a Piobbico nel maggio ’43. In Arolsen Archives è detto ebreo.  Segnalato quale agente o sospetto di spionaggio. (A2; Bad).
  97. Sakic Nicola, di Stevan, nato a Cavoge il 5/05/1912, jugoslavo, presente Sant’ Angelo in Vado da apr. ’43. Il mese seguente è ricoverato in ospedale per un lungo periodo, poi  il sussidio riprende fino al 26 febbr. ’44 quando Nicola fugge. Il suo nome ritorna nei rendiconti complessivi dopo che il territorio viene liberato. Egli riceve il sussidio retroattivo ma non è chiaro il momento del ritorno, in quanto la sintesi della contabilità è a tutto marzo ’45. (A1 e Archivio comunale Sant’ Angelo in Vado).
  98. Samengo Giovanni. Internato a Sassocorvaro. (M/M).
  99. Santucci Mario. Nasce a Perugia il 25/3/1902. Comunista, già confinato nel 1926 e deferito al Tribunale Speciale nel 1927 per scritte antifasciste. Viene internato nell’agosto del ’41 a Sassocorvaro. (M/M; CPC e Car)
  100.  Saoner Romeo. Compare come internato nel comune di San’Ippolito nell’aprile ’42 ma non è stato verificato il periodo precedente. Sussidiato ogni mese, s’incrocia con Veneziani Ubaldo e con i Kuhn, oltre che con altri internati non ebrei. Il 25 agosto ’43 la questura di Pesaro ne chiede la liberazione. Saoner viene munito di foglio di via con mezzi di viaggio. Da Simonetta Carolini, Pericolosi nelle contingenze belliche, ricaviamo altre notizie. Nato a Venezia l’8/08/1904, era uno scaricatore marittimo. Confinato a partire dal 1936, a fine pena (24 dicembre 1940) viene trattenuto come internato fino al governo Badoglio. In internet è accomunato ad altri antifascisti italiani emigrati in Argentina e consegnati alle autorità consolari italiane dopo il colpo di stato di Felix Benito Uriburu nel 1930. Saoner è rimpatriato nel ’35. Fonti: ASCSIPP; Car; Celso Ghini, “Antifascisti in Italia” (www.ungra.it › Lungro).
  101. Sartini Ida, di Elidano e Poli Elena, nata a New York l’11/07/1909, americana, in Italia a San Remo dal ’36, cameriera. Presente nel marzo ’42 a S. Angelo in Vado. Trasferita ad Apecchio il 3 luglio ’42, è ancora presente, sussidiata, il 25 aprile ’44 quando è ricoverata in ospedale a Cagli dove poi resterà, sussidiata. I dati anagrafici sono tratti dal foglio di soggiorno conservato in Archivio storico comune di Apecchio. (A2, Archivi dei comuni di Cagli e Apecchio).
  102. Servetti Justin Augusta, di Giuseppe e Adelaide Castellano, nata a Monaco Principato il 7/10/1889, nazionalità francese, domiciliata a Milano, è internata con la figlia Eliana Mignard di Carlo, pure francese, nata nella stessa città della madre il 18/11/1919. Presso il comune di Pergola dove vengono internate risulta per la figlia la fruizione del sussidio da febbraio ’43 allo stesso mese del ’44 quando viene trasferita d’autorità in provincia di Parma. In realtà le due donne fuggono aiutate dalla popolazione locale e si nascondono a Castelleone di Suasa fino alla liberazione. (A1, A2 e APCe).
  103. Simac Maria ved. Ban, di Andrea, nata a Podhum, Jugoslavia, nel 1881, e figlio Ban Vladimiro di Andrea (il padre viene ucciso nella strage di Podhum), del 1922. (A1; Archivio di Stato di Rijeka-Fiume).
  104. Skarica Dane di Giovanni e Toucha Hjadica nato a Sebenico il 7/7/ 1885, presente come internato a Piobbico nel maggio ’43. In Arolsen Archives è detto ebreo. (Bad).
  105. Smodlaka Bozidar, di Giuseppe e Antonia Rimondo, nato a Spalato il 21/10/1904, impiegato residente a Sussa, jugoslavo, presente come internato a Sant’Angelo in Vado nel maggio ’43, non risulta tra i sussidiati. (A1; A2).
  106. Sommadossi Mario, di Dantenasce a Riva del Garda il 24/08/1913. Internato a Mercatino Conca, vi giunge nel maggio ’42 e in agosto viene destinato ad Apecchio. Lo troviamo poi a Fermignano e Pennabilli, dove stabilisce contatti di amicizia con l’internato ebreo polacco Laib Ryza e con la sua famiglia. Nel maggio ’43 è trasferito a Urbania e dopo la guerra è ancora a Pennabilli. (LM/AM, Archivio comune di Mercatino Conca
  107. Sperni Giovanni Carlo, nato il 16/8/1912 a Londra, giornalista. Nel  febbraio ’42 la questura di Roma lo segnala con queste parole: “Corrispondente di un’agenzia giornalistica straniera, in una lettera alla moglie riporta brani di un discorso del papa contro i tiranni” (CAR). Presente  e sussidiato a Sant’Angelo in Vado dal 12  aprile ’42. La moglie e i due figli lo raggiungono a fine mese. A maggio ’43 la famiglia è trasferita a Cantiano.   ( A1, Archivi comuni di Sant’ Angelo in Vado e Cantiano).
  108. Spurle famiglia, tutti nati e residenti a Napoli ma di nazionalità inglese. La madre Musto Adele di Salvatore e Colomba Zaino, nata l’1/10/1882, è vedova di Spurle Alberto. I figli, Arturo del 1907, Guglielmo del 1911, Emma Maria del 1917, Ida Amelia del 1923, sono con lei. Arturo e Guglielmo sono detti “impiegati”. Vengono internati prima a Pergola, poi  a Macerata Feltria, dove sono presenti nel maggio ’43. Una scheda in Bad Arolsen aggiunge poi il figlio William Victor, internato a Salsomaggiore (Parma).  (A1 e A2; Bad).
  109. Stark Flora Madeline. Nata a Firenze il 10 aprile 1861 da Guglielmo e Schmid Anna. Presso l’Archivio di Stato di Pesaro su di lei non c’è fascicolo. Le notizie si ricavano da documenti d’archivio conservati presso il comune di Asolo, dall’autobiografia della figlia Freya, da articoli riguardanti la stessa figlia e dal volume “Ebrei a Macerata Feltria”. In quest’ultimo si riporta una nota del segretario comunale il quale scrive: “23 luglio ’40. Si sono presentati questa mattina i signori: 1) Young Herbert, col foglio di via etc. 2) Stark Flora, etc.” Entrambi sembrano provenire da Asolo (TV) dove il primo, ottantenne (in realtà ha 86 anni), risiede da 52 anni, mentre la Stark (settantanovenne) vi risiede da 13 anni. L’internata si è sposata nel 1879 con un cugino inglese, ha avuto due figlie, una delle quali deceduta che ha lasciato tre figli, l’altra archeologa (in Siria e Baghdad) e ora ad Aven. Flora è vissuta per trent’anni in Piemonte dove operava nell’industria dei tappeti, altri dieci anni in Liguria vicino a Ventimiglia presso la figlia, e tredici anni ad Asolo dove dirigeva un’industria della seta, “molto utile per il paese”. La direzione dell’attività sembra passata alla contessa Marina Volpi. L’internata è stata autorizzata a trattenere la somma di Lire 800 che aveva con sé, come pure gli anelli e un orologio “di fine gioielleria”. Nel volume “Ebrei a Macerata Feltria” anziché Flora è detta erroneamente Fhorn. L’accenno da parte dell’internata alla figlia archeologa non è peregrino e si rivela utile per la ricerca. Freya Madeline Stark era già nota nel ’40 e lo diventerà ancor più prima del termine della sua lunga vita, 100 anni, che inizia a Parigi nel 1893 e si conclude ad Asolo nel 1993. Freya, esploratrice e saggista britannica, è anche una grande viaggiatrice e cultrice del modo arabo. Durante la Seconda Guerra Mondiale fu attiva sul piano diplomatico per convincere statisti arabi a non allearsi con Hitler, o perlomeno a restare neutrali. Decisamente filo-inglese, non accenna alla sua appartenenza religiosa o a quella dei genitori, ma a 89 anni, quando ormai viaggia solo per il piacere di viaggiare, visita Gerusalemme. Dalle sue memorie autobiografiche (quattro volumi), come pure da biografie e articoli on line ricaviamo notizie sulla madre.  Nata in Italia ma di origine polacco/tedesca, con una nonna che viveva a Genova, Flora sposa Robert Stark – inglese di Devon – suo cugino primo. Nel 1881 la famiglia è a Marylebone, Londra, e per alcuni anni vive a Dartmoor. Nel 1885 Flora compera una casa ad Asolo. Ai primi del 900 gli Stark sono a Chagford nel Devon, nel 1939 a New York. Per un periodo vivono a Parigi, studiando pittura e scultura e musica. In seguito i coniugi Stark si separano: Robert va a vivere in Canada, mentre Flora si trasferisce in Italia dove dà vita a molteplici attività, come detto sopra. Con la figlia per un periodo produce fiori. Nel permesso di soggiorno per stranieri compilato ad Asolo nel giugno del 1938, si dice che Flora proveniva da Ventimiglia con passaporto rilasciato nel 1934 dal consolato inglese a Venezia. L’internamento di Flora Stark finisce con ogni probabilità per l’età avanzata: viene prosciolta il 5 settembre 1940 e, con foglio di via senza mezzi di viaggio, rimpatriata ad Asolo assieme al connazionale Herbert Young. Tre giorni dopo, essi giungono a destinazione. All’amico Herbert resteranno pochi mesi di vita. Flora risulta morire nel 1942 a Los Angeles dopo la partenza da Genova.  
  110. Szenwic Clara Angelica di Felice e Emilia Fainkind, nata a Varsavia il 12/11/1913, dottoressa polacca, coniugata, è a Urbania dal 21/12/’42 proveniente da S. Angelo in Vado. Nel maggio ’43 è ancora presente a Urbania.(A2, Archivio comune Urbania)
  111. Uberti Uberto. Internato a Piandimeleto nel settembre e ottobre ’42, come sappiamo dalle lettere che gli indirizza da Urbania  l’internato ebreo Grün Alessandro, vissuto in precedenza nel comune. Nel gennaio ’43 Uberto è a Macerata Feltria: la sua firma compare in una lista di venti internati, in larga maggioranza ebrei. Uberto è presente poi a Sassocorvaro dove si unisce a un gruppo di donne ebree nella fuga segnalata nel maggio ’44 dai carabinieri. Le fuggiasche sono Braun Elvira in Alex e la figlia Ilse Alex, e Mayer Edith. Uberto in quel momento ha 34 anni. (A1, EMF)
  112. Vassiliou (Vassilion) Athina, di Giovanni e Sacher Francesca, nata a Costantinopoli il 15/10/1899, in Italia a Genova dal 1908 per commercio, greca, nubile. E’ internata a Piandimeleto il 7 aprile ’41 e vi resta fino al ’44. E’ sussidiata. Il 22 febbraio ’44 viene arrestata per ordine del questore e incarcerata a Pesaro. Giudicata idonea per il campo di concentramento, resta reclusa fino al 25 luglio ’44.  A questa data il comando germanico ordina lo sfollamento della prigione di Pesaro e Athina dovrebbe affrontare a piedi la traduzione alle carceri di Urbino ma non è ritenuta idonea, quindi viene rimandata a Piandimeleto. Dopo la guerra torna a Genova e poi a Bari, assistita dagli Enti preposti ai profughi, prima l’UNRRA, poi l’IRO nel campo di Bari. (A1, A2, Archivio comune Piandimeleto)
  113. Verbic Andrea, di Andrea e Poglajen Maria, nato a Lubiana l’8/11/1903, giornalista, direttore del giornale di Lubiana, Jutro (Il mattino). Con lui la moglie. Segnalato quale agente o sospetto di spionaggio. Risulta internato a Piandimeleto già nell’aprile ’41 e ancora nel ’44. Fugge alla fine di gennaio ’44. (A1, A2, ASCPM; Bad.)
  114. Welan (Whelan) Alfredo, di Guglielmo e Palma Di Muro, nato a Andria il 2/07/1902, residente a Napoli, nazionalità inglese, internato a Macerata Feltria dove è presente nel maggio ’43 con la moglie Antonietta Pacifico e i figli Guglielmo (10 anni), Margherita (tre anni), Maria (un anno). (A1 e A2)
  115. Welan (Whelan) Leonardo, fratello di Alfredo, nato a Canosa il 26/01/1909, residente a Napoli, nazionalità inglese, barista, internato a Macerata Feltria dove è presente nel maggio ’43. (A1 e A2)
  116. Young Hammerton Herbert. Di Francis Mortimer e Francis Mary, nato a Leeds, Gran Bretagna, il 31 gennaio 1854. In Italia dal 1890, di condizione agiata, vive a lungo ad Asolo dove possiede due case con giardino e dove si dedica all’arte. Su di lui non c’è fascicolo presso l’Archivio di Stato di Pesaro mentre è presente una documentazione presso l’Archivio comunale di Asolo. Nel volume “Ebrei a Macerata Feltria” si riporta una nota del locale segretario comunale il quale scrive: “23 luglio ’40. Si sono presentati questa mattina i signori: 1) Young Herbert, col foglio di via etc. 2) Stark Flora, etc.” Entrambi provengono da Asolo (TV) dove il primo, ottantenne, risiede da 52 anni, mentre la Stark (settantanovenne) vi risiede da 13 anni. Il 5 settembre del 1940 Young viene prosciolto dall’internamento e assieme a Flora Stark è rimpatriato ad Asolo dove giunge tre giorni dopo. Qui il “suddito inglese, ariano” morirà il 28 maggio 1941, all’età di 87 anni.
  117. Zavadral Albino, di Francesco e Rosalia Zerfogli, nato a Voiscizza (Gorizia) l’1/05/1910, bracciante.  La nazionalità  indicata è a volte italiana, a volte slovena. Confinato politico nel ’36 e nel ’38 fino a dicembre ’42, poi internato a Urbania dove giunge da Pisticci nel febbraio ’43. Presente anche a settembre ’43.  (A1, Car, Archivio storico comune di Urbania).