Scheda

Hausner Theodore Herzl



Famigliari compresenti: /
Coniugato/a con: /
In Italia a: Milano
In Italia da: /
Percorso di internamento: C. di c. di Montechiarugolo (PR) dal 5/12/'40 a febbraio '41; Sassocorvaro (PS) dal 3 marzo '41. Ricoverato in un ospedale romano in agosto '42, vi resta a lungo. Risulta ufficialmente internato a Sassocorvaro fino al 20 gennaio '43, poi se ne perdono le tracce.
Ultima località o campo rinvenuti: Sassocorvaro (PS)
Deportato: no
Ucciso in Italia: no
Dopo la fuga e/o la liberazione a: Milano
Fonti:

ASP; ASCS; Cdec; A1; A3, b16, Invis; Bad.


Presente fasc. in ASP:
Profilo biografico:

Era entrato in Italia nel maggio del '36, era medico e aveva nazionalità palestinese.

Hausner vive per qualche anno a Milano, poi nel dicembre ’40 viene internato nel campo di concentramento di Montechiarugolo (PR). Quando nel febbraio seguente viene trasferito dal campo, il direttore -  che è pure commissario di P.S. - trasmette al questore della nuova provincia, quella di Pesaro, la sua carta di identità rilasciata dal comune di Milano e il libretto postale emesso a Montechiarugolo con poche centinaia di lire a credito. Aggiunge che l'internato ebreo durante la permanenza nella struttura ha mantenuto sempre "ottima condotta".

A Sassocorvaro, dove usufruisce del sussidio statale, l'internato è autorizzato a convivere con la donna italiana alla quale era unito e che viveva con lui a Milano. Poco dopo il suo arrivo, lo stesso direttore del campo di cui sopra gli manda un vaglia postale con una piccola somma da parte di un cittadino milanese.

Nel '41 la Delasem di Genova lo nomina corrispondente per Sassocorvaro, dunque rappresentante degli altri ebrei internati nel comune. La designazione è confermata anche nel '42.

L'anno seguente l'internato si ammala seriamente e nell'agosto '42 viene ricoverato in un ospedale romano. Vi resta per alcuni mesi, dopodiché chiede di potersi recare in un comune a sua scelta.

Non sappiamo dove vada a vivere dopo la malattia e dopo il proscioglimento che avviene nel gennaio del '43, benché solo nel settembre il suo nome venga radiato dall'elenco internati.

Le notizie successive ci portano a febbraio del 1958 quando da Milano, ora su carta intestata, il dottor Hausner chiede al sindaco di Sassocorvaro l'attestazione del periodo di internamento subito per ragioni razziali al fine di ottenere risarcimento dallo Stato germanico. Il sindaco risponde in aprile. 

 Dopo oltre quattro anni (luglio '62) si attiva l'ambasciata tedesca rivolgendosi al Ministero italiano degli Affari Esteri per sapere se in quel comune tra il '41 e il '43 esistesse un "campo internati", se gli internati potevano allontanarsi, se erano sorvegliati o costretti al lavoro. 

A tale proposito, i carabinieri del piccolo paese marchigiano informano la questura pesarese che egli percepiva il sussidio e che, al pari di tutti gli altri internati, "ogni mattina si doveva presentare alle autorità locali." Inoltre, "pur essendo dottore in medicina non svolgeva la sua professione, né si poteva allontanare da Sassocorvaro senza uno speciale permesso concesso dal Comune." Aggiungono che non dette luogo a rilievi né fu oggetto "di angherie da parte della popolazione o da forze tedesche." 

La pratica per l'indennizzo si intreccia con la richiesta della cittadinanza italiana da parte di Hausner. 

La scheda conservata in Arolsen Archives relativa all’anno 1943 quando è internato a Sassocorvaro, conferma i dati raccolti nelle altre fonti, seppure con variazioni nella grafia dei nomi del padre e della città natale.