Scheda

Propst Rudolf



Didascalia:

Dalla scheda segnaletica della Questura di Pesaro dell'aprile '42.

 

Famigliari compresenti: /
Coniugato/a con: /
In Italia a: Genova
In Italia da: /
Percorso di internamento:  C.d.c. di Campagna (SA) dal 16 settembre '40 fino al 1° marzo '42; Sant' Angelo in Vado (PS) dal 4/4 al 13/12/'42; Mercatino Conca (PS) dal 13/12/'42 al 3/12/'43 quando fugge.
Ultima località o campo rinvenuti: Mercatino Conca (PS)
Deportato: no
Ucciso in Italia: no
Dopo la fuga e/o la liberazione a: Perugia, poi Foligno.
Fonti:

ASP; A1; A2; CS; ASCSAINV; ASCMC; Ar.ANPI; GuAp; ASPG; Ikg; Bad; OrdPg; ACGP.


Presente fasc. in ASP:
Profilo biografico:

Era medico e con ogni probabilità si era formato a Pisa dov'è presente nel 1933. Risulta poi un domicilio a Genova, come indicato nella scheda segnaletica della questura di Pesaro del '42. Qui leggiamo inoltre che la città natale è Vienna e la nazionalità polacca.

Dalla Comunità ebraica di Vienna riceviamo l'atto di nascita dal quale risulta che il padre Michael era mercante. Entrambi i genitori erano ebrei e venivano da Lemberg, Galizia, dove si erano sposati nel 1911 e poi  trasferiti a Vienna nell'imminenza della prima guerra mondiale. Avevano già un figlio, Heinrich, nato a Lemberg nel 1912. Di tutti loro inizialmente non risultavano altre tracce.

Nel settembre '40 Rudolf viene destinato all'internamento. Inviato nel campo di concentramento di Campagna (SA), vi resta per un anno e mezzo contemporaneamente a Francesco Prochaska. Rimarrà in contatto con il correligionario anche dopo il trasferimento di entrambi.

Presso l’Archivio Palatucci a Campagna sono conservati documenti che lo riguardano, in particolare  una lista senza data di 45 internati, dei quali si indicano i dati anagrafici, la religione di appartenenza distinta dalla “razza”, la situazione personale (se accompagnati o soli), le pendenze per le eventuali pratiche di espatrio. Tutti costoro si trovano nel campo “Concezione”. Propst è definito ebreo sia come fede che come "razza", è medico ed è solo, è iscritto nella lista americana del 14 novembre '38 ma ha un Affidavit insufficiente. 

Nell'aprile '42 le autorità dispongono per Rudolf una nuova destinazione, Sant'Angelo in Vado in Provincia di Pesaro. In quel frangente viene compilata dalla questura la scheda segnaletica con fotografia, connotati fisici, impronte digitali e dati anagrafici. Vi si legge che i genitori sono entrambi viventi.

Risultano i sussidi statali percepiti nei nove mesi di permanenza nel comune e il nome della famiglia presso la quale l'internato risiede. A dicembre '42, con foglio di via e l’ingiunzione di presentarsi alle autorità della nuova sede entro un giorno, è inviato a Mercatino Conca, stessa provincia. Sul foglio si annota che ha 28 anni.

Il giovane medico chiede l’autorizzazione a lavorare nel settore per il quale si è formato, ottenendo in questo l'appoggio delle autorità della vicina Sassocorvaro dove, a causa della guerra, il locale ospedale ha carenza di personale. Tuttavia, il Questore di Pesaro il 30 marzo ’43 comunica al podestà e ai carabinieri di Mercatino che Propst “su conforme parere del medico provinciale, non può esercitare la professione di medico per ragioni razziali”.

Quando nell'agosto seguente lo stesso necessita di visita sanitaria, viene autorizzato a raggiungere il capoluogo “senza mezzi di viaggio e senza riduzione ferroviaria”.

Sempre a Mercatino Conca si annota che le due lettere da lui scritte “in lingua straniera” vengono inviate in questura a Pesaro per la traduzione e il controllo di censura. L’ultima carta che resta nel comune, dove Propst trascorre un anno intero, porta la data dell’11 novembre ’43 e consiste nell’autorizzazione da parte del ministero all’acquisto sul posto “di un vestito occorrente all’internato”, per il quale il podestà dovrà anticipargli la somma necessaria.

Il 3 dicembre '43 Rudolf si dà alla fuga per evitare l’arresto, ma non per nascondersi. Durante la latitanza si aggrega alla V° Brigata partigiana "Pesaro", distaccamento Giornelli, dove opera come medico dal 22 marzo al 27 agosto '44, ottenendo la qualifica di "partigiano combattente". Il riconoscimento avviene nella seduta del 16 aprile '46 dell'ANPI di Pesaro. A quella data Rudolf è residente a Perugia, dove si trova ancora a novembre '44.

Dall'incartamento conservato presso l'Archivio di Stato di Perugia sappiamo che in agosto '44 il partigiano Propst viene proposto per svolgere l'attività in ospedale. E' il prof. Giulio Agostini, direttore dell’Ospedale psichiatrico interprovinciale Santa Margherita di Perugia e nel contempo direttore della Clinica delle malattie nervose e mentali dell’Università della stessa città, a scrivere al responsabile del locale Consorzio per i servizi psichiatrici. Afferma che ritiene indispensabile sostituire i medici sospesi o richiamati alle armi: è il 9 agosto 1944. Tra i proposti, i dottori De Leo, Renzo Calabresi e Rodolfo Propst.

Dal giorno seguente, 10 agosto ’44, il dottor Propst è assunto come medico chirurgo, ma ben presto acquista il titolo di Aiuto Incaricato. 

In successivi certificati, lo stesso prof. Agostini specifica il termine del servizio presso l’Ospedale da parte dell’ex internato viennese. In un primo momento pare che ciò avvenga il 30 settembre ’45, un anno dopo l’inizio dell’attività, mentre da altre dichiarazioni si desume che il lavoro prosegue fino a gennaio 1946, dopodiché il dottor Propst è disoccupato e dunque privo delle carte annonarie. Con ogni probabilità a questa data rientrano in servizio medici italiani tornati dal fronte. 

Propst allora viene assunto per l’anno accademico 1946-’47 come Assistente volontario presso la Clinica delle malattie nervose e mentali dell’Università di Perugia. Infine il 26 agosto 1947 il Direttore prof. Agostini certifica che lo stesso ha dimostrato “molto zelo… ottima cultura e pratica medico chirurgica generale”, ed ha acquisito durante il periodo di servizio “conoscenza della specialità rivelando ottime qualità di medico neuropsichiatra e notevole attitudine a ricerche cliniche e di laboratorio.” 

Notizie preziose anche per il seguito sono contenute nell’archivio di Bad Arolsen che conserva materiale della Croce Rossa internazionale. Nel questionario sottoposto a Rudolf Propst - sicuramente successivo a dicembre 1945 - leggiamo che parla italiano, tedesco, francese e polacco. Egli richiama gli anni precedenti la guerra quando viveva in Polonia. A seguito delle leggi razziali non aveva potuto continuare gli studi di Medicina a Lemberg, dove aveva già fatto tre anni di università, pertanto nel ’36, a 22 anni, aveva lasciato il paese per l’Italia. Farà il 4° anno a Pisa, il 5° e 6° a Napoli e l’esame finale a Genova dove resterà fino a giugno ’39.

Nel giugno ’40 inizia l'internamento nei luoghi che sappiamo, in Campania e poi nel pesarese. Qui nel ’43 si unisce ai partigiani (5° Brigata Garibaldi, gruppo Giornelli). Nel giugno ’44 attraversa le linee con la brigata, poi lavora presso l’ospedale psichiatrico di Perugia. Dopodiché trasferisce la sua attività a Foligno, dove vive in frazione Casenove.

Viene iscritto all’ordine dei medici nel dicembre ’45. Per tali ragioni vuole restare in Italia e ha titolo per farlo, incluso l'attestato dei partigiani e il permesso della polizia.

Gli estensori del questionario scrivono invece chiaramente che i recalcitranti andrebbero convinti a tornare nel paese d'origine, linea che con ogni probabilità era seguita per gli sfollati stranieri in genere.

Il dottore afferma che ha avuto contatto con i genitori a Lemberg e sa che stanno bene.

Il nome di Propst compare anche nell'opera sulla Resistenza nelle Marche, Guerriglia sull'Appennino, di G.Mari.

Conferme ulteriori giungono dall'Ordine dei medici di Perugia che conserva nei propri archivi un fascicolo intestato allo stesso. Si conferma pure l'iscrizione di Rudolf Propst all'Ordine nel dicembre del 1945. Il medico ricopre anche il ruolo di funzionario del'INAM ed entra in quiescenza nel 1973. E' coniugato con Ida Eusebi. Muore a Perugia, dov'era residente, il 25 aprile del 1992.