Scheda

Schkolnik Jacob



Didascalia:

Dalla scheda segnaletica della Questura di Pesaro del gennaio '43.

Famigliari compresenti: /
Coniugato/a con: celibe
In Italia a: Milano
In Italia da: /
Percorso di internamento: C. di c. di Ferramonti di Tarsia (CS) dal 7 novembre '40 a dicembre '42; Piobbico (PS) dal 2/1/'43 fino al 3/12/'43 quando è arrestato e incarcerato. Il 18 marzo '44 viene fatto evadere dai partigiani.
Ultima località o campo rinvenuti: Piobbico (PS)
Deportato: no
Ucciso in Italia: no
Dopo la fuga e/o la liberazione a: Piobbico (PS)
Fonti: ASP; ASCPI; VER; A1; A2; Ferr; Ar.ANPI; GuAp.
Presente fasc. in ASP:
Profilo biografico:

Era un pellicciaio polacco, anche se in un documento si dice che la sua nazionalità è di ex austriaco. Si stabilisce a Milano dove vivono due suoi cugini berlinesi, i Malter, uno dei quali fin dal ’37.

Nel novembre del '40 viene internato nel campo di concentramento di Ferramonti di Tarsia (CS) e vi resta per oltre due anni. Di qui chiede il trasferimento in Provincia di Bergamo senza ottenerlo. Sarà destinato invece alla Provincia di Pesaro e ai primi di gennaio ’43 lo troviamo internato a Piobbico. Della permanenza nel comune restano i resoconti dei sussidi ricevuti per il vitto e l'alloggio presso l'albergo Montenerone dove anche Leopold Verbovsek alloggiava. Nel diario di quest'ultmo sono numerosi i riferimenti all'amico Schkolnik, anche in relazione alla fuga di quest'ultimo dal carcere.

Il 3 dicembre Jacob viene arrestato dall'appuntato Conteduca, come scrive Leopold. La reclusione presso il carcere mandamentale di Cagli terminerà il 17 marzo '44 grazie all'intervento del gruppo partigiano guidato da Leopold stesso. La GNR di Cagli scrive all'omologo presidio di Pesaro che irrompono nella prigione "due sconosciuti armati moschetto et pistola", mentre "altri sconosciuti rimasero guardia portone ingresso carceri... altri infiltravansi nascosti adiacenze abitato", uomini che si ritiene facciamo parte "delle bande ribelli infestanti zona". 

Oltre a Jacob evadono l'ebreo internato Bianchi/Weisz Ervino e alcuni slavi, in prevalenza montenegrini. C'è uno scontro a fuoco con i militi ma i reclusi riescono a fuggire: per il dettaglio dell'episodio si veda la su nominata scheda di Verbovsek.

Schkolnik si unisce ai partigiani. Nel novembre '44, dopo la liberazione del territorio, il sindaco di Piobbico chiede al questore, su richiesta degli interessati, l’attestazione che Giacomo (Jacob) Schkolnick e Paolo Ancona hanno subito tre mesi di carcere per ragioni razziali. 

Nel luglio del '45 Jacob è ancora sussidiato dall'ECA dello stesso municipio e nell’ottobre seguente si rivolge per aiuti al Ministero dell’Assistenza post-bellica, Commissione provinciale per i Patrioti. Due anni dopo, nel luglio '47, Jacob viene riconosciuto "partigiano combattente" dall'ANPI di Pesaro, con un servizio dichiarato dal 17 marzo al 27 agosto '44. Nella scheda si scrive che la sua residenza è a Milano in Corso Italia.