Scheda

Schuldenfrei Rifka



Didascalia:

Rifka in un'immagine del 1938 di proprietà della nipote Anita Sheldon (già Schuldenfrei).

 

Famigliari compresenti: cognato internato in altri comuni della provincia
Coniugato/a con: nubile
In Italia a: Fiume (ora Croazia)
In Italia da: /
Percorso di internamento: Cellere di Castro (VT) dal 16/8/'40 al 6/3/'43; Sant'Agata Feltria (PS) dall'8/3/'43 a novembre '44, incluso periodo del carcere dal 5/12/’43 al 30/1/’44.
Ultima località o campo rinvenuti: Sant'Agata Feltria (PS)
Deportato: no
Ucciso in Italia: no
Dopo la fuga e/o la liberazione a: Roma, poi San Benedetto del Tronto (AP)
Fonti:

ASP; A1; A3, b16; Cdec; ASCSAF; TRif; AGPN; A2-b.323; A8; LDM; FF; VEm; LM/AM; TAS.


Presente fasc. in ASP:
Profilo biografico:

Di nazionalità polacca, è presente a Fiume dal 1936 quando entra nel nucleo famigliare del fratello Isacco, capofamiglia.  Con l’entrata in guerra dell’Italia, scatta la misura dell’internamento sia per lei che per i fratelli Isacco e Naftali, oltre che per altri parenti. 

A partire da agosto 1940, Rifka viene destinata a Cellere di Castro in Provincia di Viterbo,dove resterà per oltre due anni e mezzo. In questa sede nel dicembre '41 viene nominata corrispondente per la Delasem di Genova e dunque rappresentante degli altri ebrei internati. Il suo nome compare ancora tra i designati nel '42.

Nel marzo ’43 è trasferita a Sant'Agata Feltria in Provincia di Pesaro. Qui, il 5 dicembre, quando scatta l'ordine di arresto generalizzato firmato Buffarini Guidi, viene arrestata con altri due ebrei, Sandor Ehrenwort, internato, e Attilio Coen sfollato da Ancona. Con loro è incarcerata a Novafeltria, stessa provincia. Nel registro del carcere è definita “alfabeta incensurata”, mentre il titolo del reato è “Ebrea”. Reclusi con lei nello stesso periodo i coniugi Schwarz arrestati a Pennabilli (PS) dov’erano internati.

Il 30 gennaio '44 Rifka viene scarcerata e di nuovo inviata a Sant'Agata Feltria. In questo comune, dove in totale risiede per oltre un anno e mezzo, il suo nome è ricordato nella traduzione italiana di Regina. Nel 2008 c’è ancora chi parla di lei con affetto. I testimoni ricordano che cambiò domicilio più volte. Per un periodo era vissuta nella stessa casa in cui alloggiavano "due polacchi che parlavano tedesco" - sicuramente gli Ehrenwort - poi presso una coppia anziana senza prole. Un giorno i due coniugi affissero al portone di casa un cartello con su scritto: "Qui ci sta una polacca diventata nostra figlia".

Dal suo incartamento si ricavano anche i contatti epistolari con la famiglia. Interessanti quelli con Martino Lager, come lei internato in Provincia di Pesaro. Pur essendo suo cognato - la sorella di Martino, Elena Luisa, aveva sposato Isacco Schuldenfrei, fratello di Rifka - lo chiama cugino (in Fotografie e disegni una foto di Isacco). Molto intensa anche la corrispondenza con Fiume, in particolare con la cognata Elena Luisa, presso la quale vorrebbe tornare per aiutarla nella gestione del negozio e in casa. Rifka non immagina certo che la riluttanza dei superiori ad accontentarla le salverà la vita.

In un documento senza data conservato presso l’Archivio del comune di Sant’Agata Feltria, Regina è in elenco con gli internati ancora residenti nel '44. Si tratta, oltre a lei, di Maxim Stern, dei coniugi Plachte e della famiglia Giarratana di nazionalità inglese, originaria di Malta.

Dopo la liberazione del territorio nel novembre ’44, Regina si rifugia a Roma nel campo profughi di Cinecittà. Poi nel maggio del ‘45 raggiunge San Benedetto del Tronto dove sono presenti persone legate alla sua famiglia, come si legge nella scheda di Martino Lager. In seguito si riunisce al fratello Isacco a Treviso.

Isacco Schuldenfrei si è salvato nascondendosi nei dintorni pur senza restare inattivo, infatti si è unito a un gruppo di partigiani presso i quali faceva il cuoco. Purtroppo perde la moglie e i genitori di lei nei lager nazisti.

Nel 1949, avendo ricevuto il visto per Israele prima di quello per gli Stati Uniti, Regina decide di lasciare l'Italia. In Israele si sposa e lì vive fino alla morte. Nella nuova patria ritrova i fratelli Naftali (Harry) e Jacob. Naftali è legato alla vicenda dei ragazzi ebrei raccolti a Villa Emma di Nonantola (MO).

Sui fratelli Schuldenfrei e sui Lager/Goldstein si veda il ricco racconto di Silvia Cuttin in Ci sarebbe bastato, opera citata nelle fonti pubblicate. E inoltre, Con foglio di via, stessa collocazione.