Scheda

Tocker Rebecca



Famigliari compresenti: marito e tre figli
Coniugato/a con: Levi Salomone di Michon
In Italia a: Milano
In Italia da: /
Percorso di internamento: Cermignano (TE), dal 23 luglio ‘41 a luglio '42; Urbania (PS) dal 4/7/'42 al 3/12/'43 quando viene arrestata e incarcerata. Scarcerata il 15/2/’44, è di nuovo internata a Urbania fino al 15 settembre '44. 
Ultima località o campo rinvenuti: Urbania (PS)
Deportato: no
Ucciso in Italia: no
Dopo la fuga e/o la liberazione a: /
Fonti: ASP; ASCU; ASCU2; CS.
Presente fasc. in ASP: no
Profilo biografico:

Presso l’Archivio di Stato di Pesaro su di lei non c'è fascicolo. Per i suoi dati si veda quello del marito Levi Salomon.

Entra in Italia il 13 luglio del '37 proveniente da Adrianopoli in Turchia e si stabilisce a Milano dove quel giorno stesso le viene rilasciata la dichiarazione di soggiorno. A Milano dà alla luce i primi due figli, uno nel ’38 e l’altro nel ’39. Poi nel ’42 a Cermignano (TE) nascerà Ester. 

Nel ’41 Rebecca si ricongiunge al marito che in quest'ultimo comune l'ha preceduta in internamento di qualche mese. Dopo un anno passato al Sud sono trasferiti in Provincia di Pesaro e destinati a Urbania. Per il problema dell'alloggio, che si farà sentire ben presto, si veda quanto detto per il coniuge. Di fatto sono la presenza di tre bambini molto piccoli e la carenza di denaro a rendere difficoltosa la vita per la famiglia Levi.

Il 3 dicembre Rebecca viene arrestata e incarcerata e risulta che resti reclusa fino al 15 febbraio ’44 quando è visitata dal medico provinciale e giudicata non idonea al campo di concentramento. Pertanto viene di nuovo internata a Urbania con l’assistenza del coniuge. Tutto ciò risulta nella fonte CS.

Da una lettera autografa del marito scritta il 6 febbraio dal carcere di Urbino si ricava che fu lui inizialmente a chiedere al Ministero dell’Interno di avere accanto a sé la moglie quando lei, ancora a Milano con i primi due figli, non poteva contare sull’aiuto di nessuno. Nella stessa comunicazione Salomone chiede di poter lasciare il carcere per essere nuovamente internato a Urbania con la famiglia, poiché la consorte è spesso malata e ha bisogno di assistenza per sé e per i tre bambini piccoli. Aggiunge che la richiesta ha carattere di urgenza dopo l’ultimo bombardamento su Urbania, “dove risiede tuttora la mia famiglia.”

Le parole con le quali si chiude la lettera lascerebbero supporre che a tale data (6 febbraio ’44) Rebecca sia già stata scarcerata, fatto che non collima con quanto detto sopra. Il punto resta da chiarire in ogni caso in quanto nel carteggio non si fa menzione dei figli minori e non si dice a chi furono affidati durante l’incarcerazione dei genitori. Inoltre, sappiamo che in seguito al bombardamento del 23 gennaio '44 la città venne danneggiata gravemente, con conseguente evacuazione forzata di una parte della popolazione.