Scheda

Alcalay (Alkalay) Samuel



Didascalia:

Dalla scheda segnaletica della Questura di Pesaro del dicembre ’42.

Famigliari compresenti: moglie e due figli
Coniugato/a con: Afar Lepa (Linda)
In Italia a: /
In Italia da: Belgrado-Kavaja, Albania
Percorso di internamento: C. di c. di Ferramonti di Tarsia (CS) dal 27/10/'41 a dicembre '42; Macerata Feltria (PS) dal 19/12/'42 a febbraio '43; Cagli (PS) per un breve periodo causa carenza di alloggio; Pergola (PS), dal 15 marzo al 2/12/'43, giorno della fuga.
Ultima località o campo rinvenuti: Pergola (PS)
Deportato: no
Ucciso in Italia: no
Dopo la fuga e/o la liberazione a: Pergola, Roma, poi USA.
Fonti:

ASP; ASCMF; A1; A2; Hope; Apz; APCe; R. Fran; Bad; GENI.


Presente fasc. in ASP:
Profilo biografico:

Era direttore di banca e apparteneva a una famiglia colta e agiata di Belgrado. 

I dati biografici reperiti non sono sempre univoci, tuttavia la vicenda è illuminata dalla preziosa testimonianza del figlio Albert pubblicata in lingua inglese nel 2007. Egli dice che il padre avrebbe voluto diventare giornalista ma si impiega in banca per aiutare economicamente la famiglia dove ci sono ben dieci figli maschi, tutti studenti.

Questa scelta non gli impedisce di curare la propria formazione culturale che va dalle lingue straniere alla musica, al teatro, alla letteratura francese e alla poesia (era autore lui stesso). Durante la prima guerra mondiale Samuel si trasferisce a Parigi presso la banca per la quale già lavorava e lì nasce Albert, poi torna a Belgrado.

Nell'aprile del ’41, con l’invasione della Jugoslavia da parte tedesca e italiana, mentre il figlio viene mobilitato nell’esercito, Samuel fugge a Dubrovnik con la moglie Lepa (Linda) e la figlia Buena. Prima però ha fatto in tempo a ritirare in banca alcune monete d’oro. Gli Alcalay (i genitori e la figlia Buena) si rifugiano in un albergo dove vengono individuati dai fascisti. Allora, dimostrando grande presenza di spirito, Samuel getta le monete sotto un divano e si fa vedere dall’albergatore, un croato, il quale per tutto il tempo della guerra conserverà e gestirà quel piccolo tesoro a favore di cittadini serbi che per lui sono ospiti occasionali e del tutto sconosciuti. 

Nel frattempo, il 30 maggio 1941, ad appena un mese dall’invasione della Jugoslavia, il governo tedesco vara precise misure persecutorie contro gli ebrei. 

A Dubrovnik i fascisti conducono gli Alcalay nel campo di concentramento di Kavaja in Albania. Di qui gli arrestati vengono internati nel campo di Ferramonti di Tarsia (CS).

Samuel Alcalay, che durante la fuga da Belgrado scrive un diario poi pubblicato dal figlio Albert entro il proprio stesso diario, annota la preoccupazione per i congiunti rimasti nella città natale o internati. A Ferramonti ottiene qualche notizia grazie ad altri reclusi e riesce addirittura a ricevere posta da alcuni parenti. Viene a sapere che le mogli dei suoi fratelli sono recluse nel campo nazista di Sajmiste-Zemun presso Belgrado. Con loro ci sono pure delle congiunte dal lato della moglie: si tratta di Matilda Afar e della figlia.

Da Anula Afar, altra sorella della moglie, riceve una cartolina. Anula si trova internata con il marito e il figlio nel campo ustascia di Jasenovac, dal quale non faranno ritorno. Terribile la notizia che riguarda un cugino di parte materna, Alfred Jr. Hason (di Simon, nato a Belgrado nel 1896, impiegato nel settore dell’industria e commercio): il cugino è stato impiccato.

Nel maggio 1942 riceve una lettera dai tre fratelli prigionieri in Germania, che esprimono grande e fondato timore per la sorte delle mogli di David e Aron rimaste a Belgrado.

Dopo qualche mese, Samuel e le due congiunte vengono raggiunti da Albert nel campo di Ferramonti. Nel dicembre 1942 tutti e quattro sono trasferiti in Provincia di Pesaro come internati “liberi” e non lasceranno più il territorio pesarese neppure con i successivi spostamenti.

Trascorso qualche mese a Macerata Feltria, vengono spostati a Cagli, paese che lasciano pochi giorni dopo per carenza di alloggi. Infine approdano a Pergola, una località che avrà grande importanza per la loro salvezza. Di qui nel maggio 1943 Samuel chiede che il nipote Zunana Gabriele internato a Ferramonti possa unirsi a loro nello stesso comune, così come il mese precedente aveva perorato il trasferimento dell’amico croato Lazzaro Sand, internato a Pizzoli (AQ). Tale lato umano emerge anche dal diario di Albert il quale ricorda numerosi episodi di solidarietà e saggezza di cui il padre fu protagonista.

Il 2 dicembre 1943, la famiglia fugge da Pergola per evitare l'arresto e rimane nascosta grazie al sostegno di famiglie e persone del territorio, come si può vedere in dettaglio nel lungo racconto autobiografico di Albert. Ciò è testimoniato anche da una lettera autografa, in cui lo stesso Samuel esprime grande riconoscenza per l’aiuto ottenuto dalla famiglia Caverni di Pergola durante i mesi della fuga e della vita clandestina, che li porterà anche nel territorio di Ancona.

Tornati a Pergola dopo la liberazione, gli Alcalay nell’aprile del 1945 si trasferiscono a Roma dove Samuel diventa dirigente dell’American Jewish Joint, associazione americana per gli ebrei rifugiati. In una scheda conservata in Bad Arolsen si scrive che è legato alla Delegazione CRI di Genova.

Grazie all’incrocio tra i diari di Samuel e Albert, il database di Yad Vahem e i dati riportati in alcuni siti genealogici, abbiamo ricostruito la tragica vicenda dei congiunti rimasti in Jugoslavia. In Yad Vashem troviamo cinque pagine di vittime Alcalay di Belgrado, con più di cento nomi. I luoghi di detenzione creati dai nazisti o dagli usctascia dopo l’invasione della Jugoslavia sono tristemente noti. In alcuni di essi furono reclusi alcuni membri della famiglia Alcalay-Afar. Si tratta dei seguenti luoghi:

-         Topovske Šupe (“Bocche di cannone”), in passato sede di caserma, primo centro di raccolta di ebrei e rom nei dintorni di Belgrado.

-         Campo di concentramento di Sajmiste nell’ex-quartiere fieristico. Situato nella cittadina di Zemun, immediate vicinanze di Belgrado.

-         Campo di concentramento di Banjica retto dai nazisti, attivo da giugno 1941 al 1944, per ebrei, serbi, comunisti, zingari e partigiani catturati. Si trova alla periferia di Belgrado. Registrati i nomi di 23.637 prigionieri. Le prime esecuzioni si svolsero a fine giugno 1941 contro "comunisti ed ebrei", la prima esecuzione di massa avvenne il 17 dicembre 1941 con la fucilazione di 170 prigionieri.

-       Campo di Jasenovac, Croazia (a circa 100 km da Zagabria), operante dall'agosto 1941 all'aprile 1945. E' il più grande campo ustascia per serbi, ebrei, rom e oppositori politici.

Dei nove fratelli di Samuel Alcalay, tutti nati a Belgrado, riferiamo i dati che siamo riusciti a reperire. Prima della guerra, i quattro di loro rimasti celibi - Bukus, Isaak, Rudi e Nissim - vivevano nella stessa casa. Allo scoppio della guerra nell’aprile del 1941 divennero quasi tutti ufficiali dell’esercito jugoslavo. Queste le note biografiche disponibili:

  1. Bukus (Bakus) Moshe, figlio maggiore, nasce nel 1878. Chirurgo otorinolaringoiatra, conosceva dieci lingue di cui sei parlate fluentemente, studiava filosofia ed era attivo nella vita civile. Celibe. Allo scoppio della guerra (aprile 1941) viene mobilitato all’Ospedale militare di Belgrado e vi resta fino all’arresto. Nel gennaio 1942 come l’altro fratello medico, Nissim, viene internato nel centro di raccolta di Topovske Šupe presso Belgrado, poi recluso e nel campo di Sajmiste- Zemun dove muore nel maggio 1942.
  2. Aron, nato nel 1880, è deportato in Germania dai nazisti ma si salva, morirà nel 973. La moglie Josefina Fini Nahman viene reclusa e uccisa nel campo di Sajmiste- Zemun.
  3. Isaak, nato nel 1883, muore nel 1965. Celibe. Prigioniero dai nazisti e deportato in Germania, si salva.
  4. Rudi Rafailo nasce nel 1888. Celibe, impiegato presso l’ambasciata turca a Belgrado. Era di salute delicata. Muore nel campo di Sajmiste-Zemun a maggio 1942.
  5. Haim nato nel 1889, muore nel 1936.
  6. Maks (data di nascita sconosciuta) viene ucciso nel 1941 a Belgrado. La moglie Sarina Mosic (1882-1941), i figli Sima e Renita muoiono nel campo ustascia di Jasenovac (Croazia).
  7. Nissim nasce nel 1896. Medico, specialista in malattie veneree, rimane celibe. Allo scoppio della guerra viene mobilitato all’Ospedale militare di Belgrado e vi resta fino all’arresto. Nel gennaio 1942 come l’altro fratello medico, Bukus, è internato nel centro di raccolta di Topovske Šupe nei pressi di Belgrado, poi recluso e ucciso nello stesso anno nel campo di concentramento di Banjica, Belgrado.
  8. David Daca, nato nel 1897, è il figlio più giovane. Quando viene mobilitato per la guerra contro i tedeschi affida la moglie e il figlio al portiere dell’abitazione in cui vivono, poi viene fatto prigioniero e deportato in Germania, ma si salverà. Nel frattempo si consuma la tragedia: il figlio Albert Abraham (1936) e la moglie Estira Cika Levi (1897) vengono reclusi e uccisi nel 1942 nel campo di Sajmiste-Zemun. I loro volti compaiono in Fotografie e disegni. La famiglia della moglie - almeno cinque fratelli e i genitori Elias e Venezia Levi - viene sterminata. David Daca, attivo nella comunità ebraica di Belgrado prima e dopo la guerra, emigra in Israele, dove muore nel 1981.
  9. Jacob (Zac), di cui ignoriamo i dati di nascita, muore in Svizzera subito dopo la fine della seconda guerra mondiale.

Samuel Alcalay non rimette più piede a Belgrado. Nel maggio del 1951 lascia Roma con la moglie e la figlia e s'imbarca con la nave Generale Harry Taylor a Bremerhaven nel Mare del Nord, per sbarcare a New York. Sono tutti senza patria, "stateless".

Vivrà a Brookline (Boston) fino alla morte, avvenuta nel 1969.