Scheda

Disegni (Di Segni) Manlio



Famigliari compresenti: /
Coniugato/a con: /
In Italia a: Livorno
Percorso di internamento:  Sant'Angelo in Vado (PS) dal 7/7/'40 al 4/9/'40, data della revoca. 
Ultima località o campo rinvenuti: Sant'Angelo in Vado (PS)
Deportato: no
Ucciso in Italia: no
Dopo la fuga e/o la liberazione a: /
Fonti: ASCSAINV; Car.
Presente fasc. in ASP: no
Profilo biografico:

 Presso l’Archivio di Stato di Pesaro su di lui non c'è fascicolo, pertanto i dati sono desunti da altre fonti.

Dall'ufficio anagrafe del Comune di Livorno sappiamo che qui si trasferisce con i genitori da Pisa nel 1906. Da questo momento vive sempre nella nuova città. 

Nel giugno ’40, quando il Prefetto di Livorno propone di farlo internare facendo notare che poiché non gli era stata rinnovata la licenza, “unico mezzo di sussistenza”, avrebbe potuto svolgere attività non consentita, Disegni lavora  come venditore ambulante. La motivazione della possibile turbativa sociale è più che sufficiente per farlo allontanare da casa. Analogo l'atteggiamento delle autorità al momento dell'entrata in guerra dell'Italia nei confronti di numerosi suoi correligionari che praticano il commercio al minuto, come possiamo vedere per Bueno Sirio e altri livornesi.

Il cinquantenne Disegni viene destinato alla Provincia di Pesaro. Il suo nome compare nel prospetto dei sussidi pagati nel '40 agli ebrei internati nel comune di Sant'Angelo in Vado. Vi è annotato che a settembre di quell’anno l'internato rientra nel comune di residenza, Livorno, in seguito a decreto di revoca dettato forse da ragioni di famiglia o di salute.

Manlio passa indenne attraverso gli anni più duri, non sappiamo come. Muore nella sua città nel 1967.