Scheda

Gerli Guido



Didascalia:

Dalla scheda segnaletica della Questura di Pesaro del gennaio '41.

Famigliari compresenti: moglie convivente e figlio
Coniugato/a con: Chiesa Luciana
In Italia a: Milano
Percorso di internamento: C. di c. di Colfiorito (PG) da agosto a dicembre '40; Fabriano (AN) per pochi giorni nel nuovo anno; Mercatino Conca (PS) dall'8 gennaio al 18 dicembre '41; Clusone (BG) nei primi 4 mesi del '42; Almenno San Salvatore (BG) da apr./maggio '42 all'8 settembre '43. Fuga.
Ultima località o campo rinvenuti: Almenno San Salvatore (BG)
Deportato: no
Ucciso in Italia: no
Dopo la fuga e/o la liberazione a: Svizzera
Fonti:

ASP; Car; ASCMC; TGG; BrogAS; ASPG-2.


Presente fasc. in ASP:
Profilo biografico:

Gerli Guido era commerciante di abiti e tessuti e aveva la doppia nazionalità, quella italiana e quella inglese. Arrestato nella sua abitazione di Milano il 20 giugno ’40, viene segregato per 41 giorni nel carcere di San Vittore, poi  la questura lo segnala per "attività antifascista e filo-inglese”.

In agosto prende avvio l'internamento. Inizialmente è ristretto nel campo di concentramento di Colfiorito (PG), dove giunge accompagnato da agenti il 29 agosto '40. Il giorno seguente firma la diffida per gli internati.

Dei quattro mesi di permanenza nel campo, rimangono alla famiglia bellissime cartoline postali dipinte da un altro internato, Antonio Vallebona nato a Sampierdarena (GE) il 31-10.1896, colpito dalla sanzione di polizia dell'allontanamento perché antifascista e "politicamente pericoloso". Vallebona, iscritto nel C.P.C., faceva il disegnatore; le sue cartoline siglate da commenti in dialetto lombardo sono visibili in Documenti e immagini, sezione Fotografie e disegni. Nei bozzetti le baracche del campo, in precedenza utilizzato come poligono di tiro militare, vengono descritte come ambienti freddi e sporchi, abitati da ragni e scorpioni.

A novembre la moglie di Gerli visita il marito che necessita di cure, tanto che il mese seguente conoscerà un ricovero nell'ospedale di Foligno. Qui verrà a trovarlo anche il figlio, sempre per un numero di giorni limitato e deciso dalle autorità. Le richieste dell'internato vengono respinte, prima di tutto il sussidio a cui si ritiene non abbia diritto essendo un commerciante che ha realizzato "lauti guadagni". Negati pure il proscioglimento per ragioni di salute - certificate da vari medici - e il trasferimento a Malnate Olona (Varese) dove avrebbe modo di curarsi meglio. 

Nel febbraio '41, quando Guido Gerli sta per essere trasferito in Provincia di Pesaro, la prefettura milanese fornisce informazioni su di lui all’omologo ufficio marchigiano. Le condizioni economiche dell'internato sono buone e pertanto non va sussidiato. Inoltre, da notizie ottenute da “fonte fiduciaria” - ovvero per delazione - risulta che i coniugi Gerli siano amici intimi del console inglese Thurstan, con frequentazione assidua anche dei consoli succedutisi in seguito, continuando una “netta azione antifascista e anti-italiana”. Si ipotizza poi che lo stesso abbia fornito informazioni politiche "deformate" per far credere all'esistenza di malcontento "nella massa operaia".

La moglie, che con il matrimonio acquista la cittadinanza inglese, era figlia di Eugenio Chiesa, ex deputato repubblicano fuoriuscito, altro elemento svantaggioso per una persona ormai sottoposta a misure di polizia unilaterali e arbitrarie. In questa comunicazione si accenna al trasferimento di Gerli, a dicembre del ’40, nel campo di concentramento di Fabriano (AN).Tale passaggio avviene, ma è presto rettificato dal ministero per cui la permanenza è di pochi giorni. 

Destinato a Mercatino Conca (PS) dove giunge l’8 gennaio ’41, Gerli vi resta per circa un anno. La moglie e il figlio Eugenio - nato il 15/7/1923 - vengono autorizzati a convivere con lui. 

In seguito l'internato viene trasferito in Provincia di Bergamo, prima a Clusone, poi ad Almenno San Salvatore. Rimane ristretto nella nuova provincia per tutto il '42 e il '43 fino all’8 settembre quando si dà alla fuga e riesce a riparare in Svizzera. Dell'espatrio c'è traccia in opere sui rifugiati nella Confederazione elvetica dove Gerli, la moglie Luciana e il figlio Eugenio predono domicilio a Chiasso. A fungere da garante per loro, analogamente a quanto avviene per altri profughi, è un cittadino di Chiasso, nel caso specifico l'avvocato Francesco Borella.

 Guido Gerli muore nel 1987 all'età di 95 anni.