Scheda

Mieli Settimio



Didascalia:

Dalla scheda segnaletica della Questura di Pesaro del febbraio ’41.

Famigliari compresenti: /
Coniugato/a con: celibe
In Italia a: Roma
Percorso di internamento: Accettura (MT) da giugno a ottobre '40; Cosenza fino a febbraio '41; Macerata Feltria (PS) dal 6 febbraio '41 a settembre '42; Pesaro per ragioni di salute dal 22/9/'42 al 9/5/'43, data della revoca per "atto di clemenza del duce".
Ultima località o campo rinvenuti: Pesaro
Deportato: no
Ucciso in Italia: no
Dopo la fuga e/o la liberazione a: /
Fonti: ASP; EMF; ASCMF; Car; LDM.
Presente fasc. in ASP:
Profilo biografico:

 Viveva a Roma ed era commerciante di guanti. Le sue condizioni economiche sono giudicate buone.

Il 9 giugno '40 il Questore di Roma, Palma, ne propone l’allontanamento dalla capitale per avviarlo in un “comune di terraferma”. Queste le motivazioni presentate al Ministero dell’Interno: “L’ebreo in oggetto… viene segnalato quale malevolo vociferatore del Regime. E’ ritenuto di sentimenti contrari al Fascismo e capace di svolgere attività disfattista.” 

Nel fascicolo a suo nome è conservato il documento della perquisizione a cui è sottoposto il 31 luglio ’40 con Ugo Disegni nel primo comune di internamento, che per entrambi è Accettura in Provincia di Matera. In tutto sono coinvolti cinque ebrei italiani per i quali viene rilevato l’eventuale possesso di armi e di documenti. Questi vengono ritirati, mentre il denaro essendo costituito da somme esigue è lasciato ai proprietari. Settimio non possiede armi, gli vengono ritirati la Carta di identità e il Congedo militare e gli si consente di conservare la somma di lire 200.

Dopo qualche mese è trasferito a Macerata Feltria in Provincia di Pesaro. Durante la lunga permanenza è spesso affiancato dalla sorella Fortunata, autorizzata a convivere con lui per i problemi di salute che lo affliggono. Inoltre viene visitato da altri parenti, oltre che dal fratello Giacomo.

Nel volume Ebrei a Macerata Feltria sono documentate numerose testimonianze di affetto e simpatia per queste persone, di cui restano fotografie purtroppo senza indicazione dei nominativi.

Nel settembre '42 viene trasferito a Pesaro e qualche mese dopo, nel febbraio '43, si registra un intervento in suo favore da parte del direttore del Banco di Napoli affinché possa ottenere il proscioglimento per ragioni si salute. La nota lo associa all'internato Emerico Winter del quale pure lo scrivente si interessa presentando i due casi al funzionario ministeriale che segue le pratiche degli internati, E. Pennetta.

Inifine per Mieli giunge a maggio l'atto di clemenza del duce.

 Come leggiamo nel Libro della memoria, diversi membri della famiglia periscono nei lager nazisti. Fra questi, tre fratelli di Settimio - Marco Aurelio, Giacomo e Letizia - e la giovane nipote Rossana.