Scheda

Scharfberg Leizor (Leo)



Didascalia:

Leizor Scarfberg, pratica di naturalizzazione in territorio palestinese nel dopoguerra. GENI.

Famigliari compresenti: /
Coniugato/a con: Laura Gerstl
In Italia a: Milano
In Italia da: /
Percorso di internamento: Boiano (CB) presente il 18/10/'40; Isernia (CB) presente il 19/12/'40; Nereto (TE) da gennaio '41 a novembre '42; Macerata Feltria (PS) dal 24/11/'42 al 3/12/'43, data della fuga con altri ebrei internati. Pergola (PS) in data successiva.
Ultima località o campo rinvenuti: Macerata Feltria (PS)
Deportato: no
Ucciso in Italia: no
Dopo la fuga e/o la liberazione a: Roma
Fonti:

EMF; ASCMF; A1; A2; APCe; Bad; Yad; JewG; GENI.


Presente fasc. in ASP: no
Profilo biografico:

Presso l’Archivio di Stato di Pesaro su di lui non c'è fascicolo e i dati sono ricavati da altre fonti.

In una delle due liste di cui disponiamo degli internati civili in provincia di Pesaro è detto commerciante, con domicilio a Milano, mentre nei documenti successivi alla fine della guerra risulta essere un pellicciaio.

La sua vicenda di internato inizia nell’ottobre 1940 in Provincia di Campobasso e prosegue in quella di Teramo. Di qui è in contatto epistolare con l'internato Kokar Enrico, definito amico e talora parente. Con ogni probabilità si frequentavano a Milano. Li accomuna poi la passione per i francobolli ma lo scambio è osteggiato, come si può leggere nella scheda di Tokar.

Dopo due anni di restrizione al Sud e al centro della penisola, nel novembre '42 Leizor giunge a Macerata Feltria in Provincia di Pesaro. Di qui perorerà il trasferimento di Tokar nella stessa Macerata Feltria ma la richiesta è respinta.

Il 31 gennaio '43 la firma di Scharfberg compare nel registro degli internati nel comune marchigiano in un gruppo di 20 presenti, fra cui i coniugi Gedalja, con i quali fuggirà.

Un labile aggancio con la famiglia è fornito dalla CRI che nel marzo '43 trasmette al podestà di Macerata Feltria, da Roma, un messaggio proveniente da Scharfberg Laura. Con ogni probabilità si tratta della moglie Laura Gerstl, nata a Kobersdorf, Austria.

Il 29 settembre dello stesso anno si avvia la procedura per il rinnovo del permesso di soggiorno per cinque ebrei stranieri presenti in provincia di Pesaro, fra i quali compare anche Leizor.

Finché il 3 dicembre '43 il maresciallo dei carabinieri denuncia la fuga da Macerata Feltria di un gruppo di internati ebrei, “in previsione arresto per campo di concentramento come comunicato radio Roma”. Si tratta dei coniugi Gedalja, dei coniugi Schushny e di Leo Scharfberg di Chaim, descritto come trentaseienne polacco di alta statura, corporatura regolare, capelli neri.

Egli risulta dunque presente a Macerata Feltria fino al momento in cui scatta l’ordine di arresto generalizzato degli ebrei. Dopodichè la sua presenza è registrata a Pergola (PS). 

Nel libro di Anna Ceccucci su Pergola si colloca il suo arrivo nel nuovo comune in data precedente il 3 dicembre, cosa che appare inconciliabile con i fatti citati. E' suffragato da testimonianze invece il sostegno che Scharfberg riceve dal farmacista di Pergola, dott. A. Capannini, il quale nei mesi della latitanza lo tiene nascosto, con l’aiuto di una suora, nel retrobottega della stessa farmacia dove per un periodo trovò rifugio anche l’internato Leo Birnbaum. 

Nel marzo del '45 il Prefetto di Pesaro chiede al questore - di certo al fine di ottenere il sussidio o gli arretrati - la verifica dei periodi di internamento subiti in provincia da un gruppo di ebrei stranieri  che a quella data si trovavano a Roma. Tra loro, E. Winter, E. Weisz-Bianchi, K. Schwarz, Hantwurzel Majer Zalman e appunto Leo Scharfberg.

In Yadvashem, la tragica fine della madre Ettie Ester Rosenkrantz, nata nel 1874 a Gwozdziec da Aharon Moshe e Feiga. Ormai vedova, Ettie durante la guerra viveva a Kolomja e fu uccisa a Gwozdziec a 68 anni (nel 1942), come testimoniato dal figlio Yosef. Le due città distano circa venti chilometri e fanno parte di un territorio, ora ucraino, che conobbe una densa presenza di ebrei residenti, in gran parte vittime di stragi ad opera dei nazisti. Lo stesso testimone, fratello di Leizor, certifica la morte della sorella Berta, nata a Gwozdziec nel 1912, coniugata Horn, assieme al marito della stessa Berta, Moshe, elettricista, nato a Kolomyia nel 1910, entrambi uccisi nel 1943. In JewishGen il nome risulta Berta Blima di Chaim Leib.

Nella pratica di naturalizzazione del rifugiato Leizor Scharfberg (Archivi di Stato di Isarele, documenti pubblicati su GENI) compaiono il suo volto e i dati relativi alla moglie, entrata illegalmente in Palestina, mentre lui ha una carta di identità ottenuta in Italia e datata 19/03/1945. Nel dicembre '47 Leizor, che vive ad Haifa e parla la lingua ebraica, diventa cittadino palestinese. Qui la sua nascita è collocata a Kolomyia.